Quasi i a meta` del XVI Festival Pergolesi
Spontini, che per originalita` ed
innovazione numerosi critici musicali
presenti hanno ritenuto meritevole
di un Premio Abbiati, abbiamo scambiato
alcune idee con William Graziosi,
amministratore delegato di
un’azienda culturale di una piccola
citta` che ogni anno chiude i conti in
pareggio o, addirittura, in attivo.
Quali sono le attivita` principali dell’azienda
culturale da lei gestita?
Quante recite di lirica, prosa, concerti,
attivita` per le scuole, festival?
Qual e`la risposta del pubblico?
La Fondazione Pergolesi Spontini e`
un’azienda culturale di produzione
e servizi per il territorio, attiva dodici
mesi l’anno. Ci occupiamo in
particolare di produzione lirica e di
ricerca su Giovanni Battista Pergolesi
e Gaspare Spontini, nato il primo
a Jesi ed il secondo a Maiolati
Spontini, svolgendo tutta la filiera
produttiva, dalle edizioni critiche alla
messa in scena alla costruzione
degli allestimenti nel nostro Laboratorio
Scenografico. Siamo l’unico
Ente nelle Marche con un doppio
contributo del FUS erogato dal Ministero
dei Beni e delle Attivita` Culturali,
sia per il Festival Pergolesi
Spontini che per la Stagione Lirica
di Tradizione del Teatro Pergolesi
di Jesi. Siamo attivi nella ricerca
musicologica attraverso l’azione di
due Comitati di Studi. Come editore
musicale, realizziamo le edizioni
critiche delle opere dei due compositori
e le diffondiamo nel mondo.
Gestiamo teatri (due a Jesi, altri in
provincia), con 10 stagioni di varia
natura. Ci occupiamo di divulgazione
culturale e promuoviamo progetti
di integrazione sociale con scuole
e servizi socio-sanitari. Nel 2015 gli
spettatori sono stati circa 48 mila,
quasi 10 mila in piu` rispetto agli
abitanti della citta` in cui abbiamo
sede; gli eventi realizzati sono stati
210 di cui 76 tra Festival Pergolesi
Spontini, Stagione Lirica, iniziative
di diffusione del melodramma nel
territorio, 19 gli eventi di prosa, 8 i
concerti di musica sinfonica, 47 gli
spettacoli per ragazzi.
Lei considera il Festival Pergolesi e
Spontini e la stagione lirica tradizionale
il « rimorchiatore » dell’area. Ci
vuole illustrare questo concetto?
La metafora che meglio descrive la
nostra attivita` e` proprio quella di un
agile e potente rimorchiatore di altura,
capace di manovrare sia in un
porto che in alto mare. Siamo circondati
da grandi transatlantici, ma
la nostra gestione aziendale e` molto
flessibile e ci permette di relazionarci
con partner e coproduttori in
Italia e all’estero, sia grandi che piccoli,
mantenendo insieme la mission
di azienda a servizio del territorio
in una miriade di iniziative
culturali. Ci pregiamo di operare
portando nel mondo l’immagine di
un territorio privilegiato dalla Storia,
grazie a personaggi quali Pergolesi,
Spontini, Lorenzo Lotto (molte
delle sue opere piu` celebri sono
conservate a Jesi) e Federico II di
Svevia, nato a Jesi nel 1194. Tra l’altro,
nel mio doppio ruolo nella Fondazione
Pergolesi Spontini e di segretario
Generale della Fondazione
Federico II Stupor Mundi – sono accanto
ad un grande magnate del
territorio, l’Ing. Gennaro Pieralisi –
stiamo per aprire in citta` tra pochi
mesi un museo dedicato proprio al
grande Imperatore.
Quali sono gli effetti quantificabili
dell’azienda culturale sull’economia
del territorio?
Direi piu` che positivi e comunque
molto evidenti. La cultura e` un motore
di economia, una fonte di lavoro
per i giovani che si qualificano presso
le Accademie di Belle Arti e i Conservatori,
una risorsa per le attivita`
commerciali ed imprenditoriali del
territorio. Lo testimonia nel nostro
caso anche uno studio dell’Universita`
Bocconi di Milano, realizzato nel
2013, secondo cui la Fondazione
Pergolesi Spontini riversa nella sola
provincia di Ancona circa il quadruplo
di ogni euro di finanziamento
pubblico ricevuto. Un risultato checi colloca tra gli esempi piu` virtuosi
in termini di rapporto tra finanziamenti
pubblici e reddito autogenerato.
In 15 anni di attivita` abbiamo gestito
un volume d’affari di 58 milioni
e 500 mila euro senza registrare passivita`
di bilancio.
Quali sono i vincoli maggiori che le
recenti regole/direttive ministeriali
pongono alla vostra attivita`?
Il recente decreto mette al centro
della sua azione, giustamente, la relazione
tra i denari che la pubblica
amministrazione mette a disposizione
e l’attivita` svolta. Ci stimola a far
bene e meglio, ma la formula algebrica
che sta a capo delle erogazioni
obbliga ad una competizione tra
soggetti nazionali che non possono
andare alla stessa velocita` , per questo
credo sia importante una maggiore
flessibilita` nell’applicazione. Il
nostro bellissimo Paese e` caratterizzato
da colline, montagne e pianure
e non e` possibile portare ovunque
l’alta velocita` a 300 km/h. Per i nostri
teatri e` la stessa cosa, abbiamo
storie tradizioni e possibilita` economiche
differenti e sarebbe importabte
poterne tenere conto. Prendiamo
il caso di Jesi. Tra i 29 teatri
di tradizione siamo il teatro che
opera nella citta` con il piu` piccolo
numero di cittadini e, conseguentemente,
di risorse economiche: mantenere
qui la produzione e` un grande
onore ed un onere. In un momento
di tagli e di difficolta` per enti
pubblici e privati stiamo dando il
massimo e rientriamo nei parametri
richiesti, ma auspichiamo una maggiore
attenzione.
Giuseppe Pennisi
William Graziosi
Spontini, che per originalita` ed
innovazione numerosi critici musicali
presenti hanno ritenuto meritevole
di un Premio Abbiati, abbiamo scambiato
alcune idee con William Graziosi,
amministratore delegato di
un’azienda culturale di una piccola
citta` che ogni anno chiude i conti in
pareggio o, addirittura, in attivo.
Quali sono le attivita` principali dell’azienda
culturale da lei gestita?
Quante recite di lirica, prosa, concerti,
attivita` per le scuole, festival?
Qual e`la risposta del pubblico?
La Fondazione Pergolesi Spontini e`
un’azienda culturale di produzione
e servizi per il territorio, attiva dodici
mesi l’anno. Ci occupiamo in
particolare di produzione lirica e di
ricerca su Giovanni Battista Pergolesi
e Gaspare Spontini, nato il primo
a Jesi ed il secondo a Maiolati
Spontini, svolgendo tutta la filiera
produttiva, dalle edizioni critiche alla
messa in scena alla costruzione
degli allestimenti nel nostro Laboratorio
Scenografico. Siamo l’unico
Ente nelle Marche con un doppio
contributo del FUS erogato dal Ministero
dei Beni e delle Attivita` Culturali,
sia per il Festival Pergolesi
Spontini che per la Stagione Lirica
di Tradizione del Teatro Pergolesi
di Jesi. Siamo attivi nella ricerca
musicologica attraverso l’azione di
due Comitati di Studi. Come editore
musicale, realizziamo le edizioni
critiche delle opere dei due compositori
e le diffondiamo nel mondo.
Gestiamo teatri (due a Jesi, altri in
provincia), con 10 stagioni di varia
natura. Ci occupiamo di divulgazione
culturale e promuoviamo progetti
di integrazione sociale con scuole
e servizi socio-sanitari. Nel 2015 gli
spettatori sono stati circa 48 mila,
quasi 10 mila in piu` rispetto agli
abitanti della citta` in cui abbiamo
sede; gli eventi realizzati sono stati
210 di cui 76 tra Festival Pergolesi
Spontini, Stagione Lirica, iniziative
di diffusione del melodramma nel
territorio, 19 gli eventi di prosa, 8 i
concerti di musica sinfonica, 47 gli
spettacoli per ragazzi.
Lei considera il Festival Pergolesi e
Spontini e la stagione lirica tradizionale
il « rimorchiatore » dell’area. Ci
vuole illustrare questo concetto?
La metafora che meglio descrive la
nostra attivita` e` proprio quella di un
agile e potente rimorchiatore di altura,
capace di manovrare sia in un
porto che in alto mare. Siamo circondati
da grandi transatlantici, ma
la nostra gestione aziendale e` molto
flessibile e ci permette di relazionarci
con partner e coproduttori in
Italia e all’estero, sia grandi che piccoli,
mantenendo insieme la mission
di azienda a servizio del territorio
in una miriade di iniziative
culturali. Ci pregiamo di operare
portando nel mondo l’immagine di
un territorio privilegiato dalla Storia,
grazie a personaggi quali Pergolesi,
Spontini, Lorenzo Lotto (molte
delle sue opere piu` celebri sono
conservate a Jesi) e Federico II di
Svevia, nato a Jesi nel 1194. Tra l’altro,
nel mio doppio ruolo nella Fondazione
Pergolesi Spontini e di segretario
Generale della Fondazione
Federico II Stupor Mundi – sono accanto
ad un grande magnate del
territorio, l’Ing. Gennaro Pieralisi –
stiamo per aprire in citta` tra pochi
mesi un museo dedicato proprio al
grande Imperatore.
Quali sono gli effetti quantificabili
dell’azienda culturale sull’economia
del territorio?
Direi piu` che positivi e comunque
molto evidenti. La cultura e` un motore
di economia, una fonte di lavoro
per i giovani che si qualificano presso
le Accademie di Belle Arti e i Conservatori,
una risorsa per le attivita`
commerciali ed imprenditoriali del
territorio. Lo testimonia nel nostro
caso anche uno studio dell’Universita`
Bocconi di Milano, realizzato nel
2013, secondo cui la Fondazione
Pergolesi Spontini riversa nella sola
provincia di Ancona circa il quadruplo
di ogni euro di finanziamento
pubblico ricevuto. Un risultato checi colloca tra gli esempi piu` virtuosi
in termini di rapporto tra finanziamenti
pubblici e reddito autogenerato.
In 15 anni di attivita` abbiamo gestito
un volume d’affari di 58 milioni
e 500 mila euro senza registrare passivita`
di bilancio.
Quali sono i vincoli maggiori che le
recenti regole/direttive ministeriali
pongono alla vostra attivita`?
Il recente decreto mette al centro
della sua azione, giustamente, la relazione
tra i denari che la pubblica
amministrazione mette a disposizione
e l’attivita` svolta. Ci stimola a far
bene e meglio, ma la formula algebrica
che sta a capo delle erogazioni
obbliga ad una competizione tra
soggetti nazionali che non possono
andare alla stessa velocita` , per questo
credo sia importante una maggiore
flessibilita` nell’applicazione. Il
nostro bellissimo Paese e` caratterizzato
da colline, montagne e pianure
e non e` possibile portare ovunque
l’alta velocita` a 300 km/h. Per i nostri
teatri e` la stessa cosa, abbiamo
storie tradizioni e possibilita` economiche
differenti e sarebbe importabte
poterne tenere conto. Prendiamo
il caso di Jesi. Tra i 29 teatri
di tradizione siamo il teatro che
opera nella citta` con il piu` piccolo
numero di cittadini e, conseguentemente,
di risorse economiche: mantenere
qui la produzione e` un grande
onore ed un onere. In un momento
di tagli e di difficolta` per enti
pubblici e privati stiamo dando il
massimo e rientriamo nei parametri
richiesti, ma auspichiamo una maggiore
attenzione.
Giuseppe Pennisi
William Graziosi
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