Roma
“Tristano e Isotta” di Gatti e Audi pronto
per l’Opera
ROMA
La sera del 27 novembre, viene inaugurata una
sfavillante stagione del Teatro dell’Opera con una nuova produzione di
Tristan und
Isolde di Richard Wagner. L’opera manca da Roma del 2006, quando
l’allestimento non fu esaltante (soprattutto a ragione del tenore). Si era
vista e ascoltata all’inizio degli anni 80, altra produzione che non ha
lasciato un marchio significativo. Questa volta
Tristan und Isolde è frutto di un grande
impegno internazionale. Ha debuttato in maggio a Parigi al Théâtre des
Champs-Élysées (con in buca l’Orchestre National de France) andrà
successivamente a Amsterdam. La regia è di Pierre Audi (scene e costumi di
Christof Hetzerm). La direzione di Daniele Gatti, che con questo titolo debutta
al Teatro dell’Opera, dove ritornerà l’anno prossimo per inaugurare la stagione
con La damnation de Faust di Berlioz. Il cast è
identico a quello parigino: Rachel Nicholls è Isolde, Re Mark è John Relyea,
Kurwenal Brett Polegato, Brangäne Michelle Breedt.
Sola eccezione il protagonista: non Torsten
Kerl (ricordiamo un suo ottimo Parsifal a Firenze e Strasburgo circa
venticinque anni fa) ma il giovane Andreas Schager, ascoltato a Roma in Rienzi
nel 2013 e alla Scala come Siegfried nel Ring. Tristan und Isolde è un’opera che ha avuto diverse esecuzioni in Italia negli ultimi
15 anni (mai come in Germania e Stati Uniti, dove è opera di repertorio, anche
se non tutte le esecuzioni sono all’altezza): oltre che a Roma se ne sono viste
e ascoltate alla Scala, a Bologna, a Genova e a Firenze, per citare solo le più
note.
Audi e Gatti hanno lavorato insieme per creare
un clima onirico sia in buca che sul palco. Un Tristan und Isolde quasi visto attraverso il filtro della memoria dei due protagonisti
dopo la loro avventura umana, come spiega il direttore milanese: «I frammenti
astratti della nave, i denti delle balene, le rocce che ci fanno sentire che il
mare è vicino», sottolinea Gatti ricordando che ci sono altri aspetti simbolici
«come il corpo imbalsamato elevato verso il cielo, come si fa in Africa dove la
morte è concepita come un viaggio verso l’Alto». È doveroso dire, però, che
alla prima parigina non tutto il pubblico ha apprezzato il simbolismo di Audi e
i tempi di Gatti, vedremo dunque come reagirà il pubblico domenica prossima. A
Roma, dove la musica contemporanea è di casa quanto a Berlino (e più che a
Parigi), verrà probabilmente meglio compresa. «In questo capolavoro del
romanticismo – sottolinea ancora Gatti – l’opera è pervasa da
Sehnsucht, termine chiave che indica un forte anelito per
qualcosa che si annienta al momento stesso in cui la si raggiunge». È una frase
chiave per capire il Tristan und Isolde dove la
« wilde, minnige Maid » (selvaggiamente amante)
Isolde e il «casto» Tristan si sfiorano appena, nonostante una scrittura
musicale, specialmente, nel secondo atto, intrisa di eros.
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