Festival
Nuova consonanza spazio ai trentenni
ROMA
Nuova Consonanza è la più antica, e più
prestigiosa, associazione romana di musica contemporanea. Il suo festival
annuale ha assunto un rilievo internazionale tale che quando alcuni anni fa,
per un pasticcio burocratico, sembrava venissero a mancare i contributi
statali, gli istituti di cultura stranieri e alcune delle principali ambasciate
a Roma intervennero aprendo la borsa. Quest’anno il 53° festival si svolge dal
12 novembre al 20 dicembre e include teatro musicale, concerti, performance,
audio e videoinstallazioni, un seminario e un concorso di composizione, un
premio per interpreti, e poi incontri, conferenze, giornate di studio e diverse
prime esecuzioni assolute. Un programma ricco e articolato che attraverso più
di venti appuntamenti in diversi spazi della capitale ( Teatro Palladium,
Macro, Teatro Vascello, Goethe-Institut Rom, Teatro Centrale Preneste,
Conservatorio di Santa Cecilia), rinsalda la collaborazione con le principali
accademie e istituzioni della città, e offre al pubblico un ampio panorama di
quanto di più innovativo si produca nel campo della creatività musicale
contemporanea. Il festival si sofferma in particolare sugli autori nati negli
anni 80 del Novecento. L’ottantesimo anniversario della morte di Ottorino
Respighi (1879-1936) offre lo spunto per una ricognizione sui compositori nati
cento anni dopo la storica Generazione dell’Ottanta (oltre all’autore di
Pini di Roma: Malipiero, Casella, Pizzetti) ma accomunati
a loro nella volontà di portare avanti in maniera originale le più recenti
innovazioni del linguaggio musicale. Nel programma spicca la prima assoluta
della nuova versione per tre cantanti e sei strumentisti di Hanjo, opera in un atto di Marcello Panni; un organico ridotto,
essenziale, perfettamente in linea con i caratteri della tradizione del teatro
No, da cui è tratto il testo. L’opera nacque nel 1974 al Maggio Musicale
Fiorentino che ne affidò regia, scene e costumi a Bob Wilson. Dallo stesso racconto
è stata tratta anche un’opera del giapponese Toshio Hosokawa, commissionata dal
Festival di Aix en Provence dove debuttò nel 2004. Sono molto differenti (dai
45 minuti del lavoro di Panni ai 100 di Hosokawa; dall’impasto tra Darmstadt,
il Palazzo Imperiale e le monodie dei templi di Nara e Kyoto in Hosokawa a una
struttura in cui il recitar cantando con molto declamato, e in una
orchestrazione che punta sulle atmosfere in Panni). L’innovazione principale
della nuova versione è il linguaggio musicale, principalmente il tono elegiaco.
Tre belle voci (Sabrina Cortese, Chiara Osella e Antonio Pirozzi) e un ensemble
molto affiatato. Deliziose le scene e costumi di Isabella Ducrot.
Delicata la regia di Cesare Scarton.
Teatro Palladium pienissimo. Molti applausi.
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