La donna senz'ombra porta Freud alla Scala
di Giuseppe Pennisi
È in scena alla Scala fino al 27 marzo La donna senz'ombra di Hugo von Hofmannsthal e Richard Strauss, che la considerava il proprio capolavoro. L'allestimento è coprodotto con il Covent Garden, dove andrà in repertorio. Scritta e composta durante la prima guerra mondiale, è una favola orientale in cui si intrecciano due temi: la paternità e la maternità come essenza della vita e la sofferenza come premessa della gioia.
Richiede cinque grandi voci, numerosi comprimari, un vasto organico e un complesso allestimento scenico con dieci quadrati e cambi a vista. Il giovane Imperatore, per esempio, viene trasformato in montagna di sale, ma diventa di nuovo uomo quando una lacrima mostra che ha compreso il significato della vita. Per rendere il messaggio esplicito, al coro dei bambini non nati con cui termina il primo atto corrisponde il coro dei bimbi che stanno nascendo, con cui si chiude l'opera. L'allestimento di Claus Guth trasforma la vicenda in un sogno freudiano da parte dell'Imperatrice che non ha capacità di avere figli. Alla prima, Guth ha ricevuto qualche dissenso dal pubblico che, invece, ha tributato ovazioni al direttore Marc Albrecht, il quale lo ha catturato con una lettura avvincente della partitura e ha fatto suonare l'orchestra della Scala, anche gli ottoni, ad altissimo livello. Ottimo il cast con Johan Botha (Imperatore), Emily Magee (Imperatrice), Elena Pankratova (Tintora), Falk Struckmann (Tintore) e Michaela Schuster (mefistofelica Nutrice).
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