Con Lavia I Masnadieri vanno on the road
di Giuseppe Pennisi
Poco rappresentata in Italia I Masnadieri, prima opera di Verdi per un pubblico internazionale, debuttò a Londra nel 1847, alla presenza della Regina Vittoria, e con il più noto soprano drammatico di agilità dell'epoca, Jenny Lind, per cui venne scritta su misura. Tratto da una tragedia di Friederich Schiller, è un fosco dramma familiare: due fratelli (Carlo e Francesco) si contendono la successione al padre Massimliano e alla cugina Amalia.
Fino all'ecatombe finale. L'allestimento in scena al San Carlo fino al 31 marzo (e successivamente a Venezia, Trieste e forse Parma) si avvale della regia di Gabriele Lavia che, nel contempo, porta con una compagnia di giovani la tragedia schilleriana dal Teatro di Roma (dove è in scena fino al primo aprile) in Umbria e Toscana. Lavia dà una lettura politica (ribellione dei giovani contro l'ordine costituito) alla vicenda. Ciò funziona in prosa ma stride con il melodramma di Verdi e Maffei, imperniato sui confitti familiari. La concertazione di Nicola Luisotti mette in risalto gli aspetti innovativi (quali il preludio per violoncello). Lucrecia Garcia è una convincente Amalia (ruolo da far tremare i polsi). Buoni Artur Rucinski nel ruolo di Francesco, Giacomo Prestìa che interpreta Massimiliano e Aquiles Machado che recita Carlo, anche se la parte richiederebbe un tenore più corposo e dal timbro più brunito. Ottimo il coro guidato da Salvatore Caputo. Da augurarsi che questo “road show” riporti l'opera in repertorio. (riproduzione riservata)
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