giovedì 22 marzo 2012

I Masnadieri «metallari» di Lavia in Avvenire 22 marzo

I Masnadieri «metallari» di Lavia


DI GIUSEPPE PENNISI

I Masnadieri, tragedia giovanile di Friederich Schiller è uno dei lavori più amati da Gabriele Lavia. La ha messa in scena quattro volte. L’ultima è quella che ha inaugurato ieri sera al San Carlo di Napoli la direzione musi¬cale di Nicola Luisotti e che andrà a La Fenice, al Verdi di Trieste e forse anche al Regio di Parma.

Lavia vede nella tragedia di Schiller un dramma della ribellione contro una so¬cietà oppressiva. I 'masnadieri' sono «ragazzi disadattati». Anche in questo lavoro, invece, Schiller ha un assunto e¬tico: la ribellione alla società distrugge l’istituzione primaria e più sacra, la fa¬miglia. Ciò è ancora più enfatizzato nel libretto di Maffei e nelle musica di Ver¬di sempre molto attento ai temi della famiglia.

L’opera è poco nota in Italia (ma in re¬pertorio negli Usa ed in Germania). Molti musicologi la considerano supe¬riore e più 'moderna' della più rap¬presentata Luisa Miller . È diseguale ma piena di gemme e innovazioni (come il preludio per violoncello solo e le arie della protagonista – parte prediletta da Montserrat Caballé e Joan Sutherland). Inoltre, è una delle rare opere di Verdi (che persa la fede attorno al 1840, fu per il resto della vita un non credente dubbioso) in cui la religione viene mo¬strata in una luce positiva (la scena del sacramento della confessione nel pri¬mo quadro del quarto atto).

Tanto nella versione 'schilleriana' quanto in quella 'verdiana' l’allesti¬mento scenico e la regia sono, con gli adattamenti necessari, i medesimi. Mentre in un teatro di prosa, vedere 'i masnadieri' come una banda di me¬tallari di un quartieraccio di New York è solo un’interpretazione discutibile, all’opera ciò stride con la scrittura or¬chestrale e vocale che anticipano Il Tro¬vatore,
altro lavoro cupo e centrato su un dramma familiare. Ne I Masnadie¬ri due fratelli (Carlo e Francesco) si con¬tendono tanto la successione al padre (Massimliano) quanto la cugina (A¬malia).

Luisotti tiene egregiamente sia l’equi¬librio tra buca e palcoscenico sia il flus¬so orchestrale che si avverte nono¬stante

I Masnadieri sia un melodram¬ma a numeri chiusi. Nel cast vocale svetta Lucrecia Carcìa (Amalia), sopra¬no drammatico di coloratura, in un ruolo scritto su misura per la svedese Jenny Lind che lo interpretò nel 1847 a Londra (dove l’opera debuttò). Di buon livello Aquiles Machado (Carlo), Artur Rucinski (Francesco) e Giacomo Pre¬stìa (Massimiliano). Ottimo il coro gui¬dato da Salvatore Caputo.

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