mercoledì 28 aprile 2010

L’euro sulla Grecia che scotta Il Velino 28 aprile

ECO -
Roma, 28 apr (Il Velino) - La Grecia ha chiesto l’erogazione del prestito di salvataggio annunciato dagli altri Stati dell’area dell’euro entro il 19 maggio – oltre quella data non potrà assolvere agli obblighi di rifinanziamento del proprio debito internazionale e sarà “insolvente”. L’Eurogruppo (ossia gli Stati che fanno parte dell’unione monetaria) si riunirà il 10 maggio per decidere sul da farsi: il giorno prima si svolgono importanti elezioni in Germania ed i risultati del voto potranno pesare sulle deliberazioni dei ministri. Nel contempo, il debito estero del Portogallo è sul punto di essere declassato (questo è il parere dei mercati). Ci sono anche timori per la Spagna. L’Italia non è inclusa in quello che negli Anni Novanta (quando era in atto il percorso verso la moneta unica) veniva chiamato il “Club Med” (per indicare Stati “happy-go-lucky” ma di dubbia affidabilità) grazie al rigore con cui abbiamo tenuto i conti pubblici (nonostante una certa slabbratura durante il breve governo Prodi 2006-2008). Non ci siamo, soprattutto, accodati a chi - come alcune banche greche, portoghesi e spagnole - si sono divertiti a copiare gli americani in materia di mutui subprime; i greci, gli spagnoli ed i portoghesi non solo si sono dilettati su questo terreno, ma quando si sono accorti che era scivoloso, hanno trasformato il subprime in debito pubblico (tramite i loro interni salvataggi bancari) per poi impacchettarlo con altri titoli e farlo diventare debito estero (collocato, quello greco, specialmente presso banche francesi ed in minor misura tedesche).

Allora cosa temere? Non direttamente per l’Italia (se non cederemo a lusinghe di allentare il rigore) ma per l’intera area dell’euro. Già un gruppo politico importante (i cristiano sociali della Baviera) ed un comitato di economisti tedeschi chiedono che la Grecia venga espulsa dall’unione monetaria per avere ecceduto nel gioco delle tre carte: la nemesi storica – vi ricordate quando la studiavamo al liceo – è tale che il direttore del servizio legale della Banca centrale europea sia un giurista greco, Pheobus Athanasiou, ne ha indicato la strada e la procedura nel “Legal Working Paper” n. 10,2009 (che Il Sole-24 Ore del 25 aprile chiamava “introvabile” ma di cui Il Velino ne ha copia certificata).

È un’ipotesi realistica? Difficile dirlo. Nel secondo dopoguerra è nata, in modo pacifico (ossia senza annessione politica od in seguito ad un conflitto) una unica unione monetaria, quella europea, mentre se ne sono sciolte molteplici: ad esempio, la zona del franco (in varie fasi tra il 1958 ed il 1965), la zona della sterlina nel 1967, l’unione monetaria della Federazione della Malesia nel 1965-75, l’unione monetaria dell’Africa Orientale (nel 1974), per non parlare del vero e proprio spappolamento dell’area del rublo. Come ho avuto modo di scrivere altrove in modo più tecnico, soltanto nel 2090 o giù di lì potremo giurare della stabilità e dell’irreversibilità dell’unione monetaria europea.

Come la gatta di Tennesee Williams, l’euro miagola sulla Grecia che scotta e potrebbe contagiare altri Paesi dell’area e mettere a repentaglio la moneta unica. Quindi, fermezza e rigore nelle riunioni sugli aiuti alla Grecia.

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