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Graz, 19 feb (Velino) - In un momento in cui si sta predisponendo una nuova normativa per le fondazioni liriche e sinfoniche, è significativo che l’Orchestra sinfonica di Roma, unico complesso sinfonico interamente privato, sia stata invitata a suonare nella Stefaniensaal, una sala ricoperta di stucchi dorati nella capitale della Stiria, Graz. La Stiria, un tempo regno indipendente, è stata per secoli la frontiera più avanzata dell’Occidente rispetto all’Impero ottomano, che nel Seicento giunse a prendere d’assedio Vienna. Per quanto fondata (pare) dalle legioni romani, il nome viene dallo slavo “gradec”, piccolo castello; in effetti, una rocca domina l’elegante città di 280 mila abitanti dove il Medioevo dei vicoli del centro storico più antico sboccano nel barocco austriaco e nel liberty di quella che oggi è, per popolazione, la seconda città dell’Austria e ha una vivace vita industriale, commerciale e culturale. Questo per sottolineare come a Graz , in uno dei Laender più orientale dell’Austria, si respiri cultura occidentale. È la prima volta che una grande orchestra italiana, anche se giovane (otto anni di vita, età media degli orchestrali sui 30 anni) è stata invitata per un concerto che, nonostante fosse “fuori abbonamento”, ha riempito quasi tutti i 1.200 posti della sala (una dimensione enorme per una città di meno di 300 mila abitanti) e con un programma che accostava un poema sinfonico notissimo (“Quadri da un’esposizione” di Modest Mussorgskij, nell’orchestrazione di Maurice Ravel) con due grandi capolavori del “Novecento storico” italiano come “Le Fontane di Roma” e “I Pini di Roma” di Ottorino Respighi.
Esecuzioni salutate favorevolmente da un pubblico avvertito e preparato, cui non manca l’offerta musicale, visto che il teatro dell’Opera ha una stagione in cui una ventina di titoli si alternano su 90 rappresentazioni, un’importante orchestra sinfonica e uno stabile di prosa (lo Stefaniensaal) con un cartellone vasto e variegato. È la prima volta che un’orchestra sinfonica italiana si esibisce alla lussuosa Stefaniensaal. È un caso che gli austriaci dell’avamposto occidentale della Stiria abbiano scelto l’orchestra più giovane sia come data di nascita del complesso sia come profilo di età degli orchestrali? Non proprio. Da Graz, inclusa dall’Unesco tra il “patrimonio dell’umanità” e designata dalla Commissione Europea come “Capitale Europea della Cultura” per il 2003, parte un’indicazione anche all’Italia: nel momento in cui si sta rimettendo mano al sostegno pubblico delle arti dal vivo, occorre ridurre il supporto che per inerzia viene dato a polverosi pozzi senza fondo e pensare invece a meccanismi di matching grants in cui sia aiutato che si è meritato l’apprezzamento internazionale (distante dalle nostre questioni di bottega) e riesce, con la propria qualità artistica e con la propria serietà amministrativa, ad attirare sponsor e pubblico.
(Hans Sachs) 19 feb 2010 16:46
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