martedì 19 giugno 2007

L’ORO CHE GRANDE AFFARE. SOLO PER 15 GIORNI

Negli ultimi 12 mesi, il valore (in dollari Usa) di un’oncia d’oro è aumentato da $ 657.90 a $ 671.80 (il 7,2%) nonostante una leggera contrazione subita nelle ultime quattro settimane (- 2,1). Ciò vuole dire che il metallo giallo sta tornando di moda, anche in quanto il mercato obbligazionario (specialmente quello americano) sta perdendo lustro, pure a ragione dei timori di un rialzo dei tassi d’interesse, come prospettato da 21 delle maggiori banche e società di gestione del risparmio alla fine della prima decade di giugno?
I fautori del metallo giallo (si veda l’ultima newsletter di Blanchard – The gold standard for intelligent investor) ne delinea le virtù tradizionali (segnatamente quella di essere un bene rifugio sicuro specialmente in periodo di forti disavanzi dei conti pubblici e di quelli con l’estero e di ripresa delle tendenze inflazionistiche), sottolinea come l’offerta stia incontrando limiti tecnici (in Sud Africa, la produzione è ai livelli più bassi dal 1931) mentre la domanda soprattutto di India ed ancor di più di Cina (la cui Banca centrale comincia ad essere stanca di accumulare miliardi su miliardi di dollari Usa) è in rapido aumento (soprattutto da quando sono stati autorizzati acquisti di lingotti anche da parte di individui e di imprese) e pone l’accento su come in un mercato in cui le azioni hanno raggiunto vette elevatissimi (ma la volatilità è dietro l’angolo) e le obbligazioni danno poche soddisfazioni come strumento per diversificare i portafogli e contenere il rischio “perché la sua valorizzazione aumenta in risposta di eventi – guerre, terrorismo, catastrofi naturali, turbative dei mercati – che erodono invece la valorizzazione di tradizionali investimenti cartacei come le azioni e le obbligazioni”.
Un lavoro (ancora inedito) del Trinità College di Dublino scava su questi ultimi punti –ossia in che misura l’oro è un efficace bene rifugio ed un efficiente strumento di diversificazione dei portafogli. L’analisi empirica – se ne possono chiedere i dettagli agli autori – Dirk Baur, baurd@tcd.ie e Brian Lucey blucey@tcd.ie – esamina i movimenti di valorizzazioni e rendimenti nei mercati azionari ed obbligazionari di Usa, Regno Unito e Germania e la loro interazione con le quotazioni del metallo giallo. Le conclusioni sono che l’oro è un elemento di equilibrio efficiente di un portafoglio rispetto alle azioni; è, però, un bene rifugio efficace soltanto in caso di condizioni estreme del mercato mobiliare; tale caratteristica, poi, è di breve durata – 15 giorni di mercati aperti dopo che si è verificato uno shock estremo.
A conclusioni analoghe arriva Mebane T. Faber nell’ultimo fascicolo del periodico Journal of Wealth Management, pur seguendo una metodologia di analisi differente : per il periodo 1972-2006 viene giustapposto un paniere di prodotti di base e materie prime (tra cui anche l’oro) con i più significativi indici del mercato mobiliare (azioni ed obbligazione) negli Usa ed in altri 20 Paesi (corretti tramite indicatori di volatilità). La morale è che nonostante la veneranda età e nonostante il livello di alta sofisticazione raggiunto dagli strumenti derivati, il lingotto resta un bene rifugio del quale non è facile fare a meno. E se per gli investitori professionali, la sua “utilità” dura al massimo 15 giorni, per il risparmiatore è tornato un buon affare. Dice nulla il balzo del 50% realizzato in soli due anni?


US Dollar Index vs. GoldUS$ Index vs. Gold (annual rate of change)

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