venerdì 11 maggio 2007

IL RITORNO DEI GRANDI BOJARDI DI STATO

Ora nell’Italia della transizione non solo “beaurocrats are in business” (come la Banca Mondiale intitolò alcuni anni fa un proprio libro sugli esiti della prima ondata di privatizzazione nei 5 continenti) , ma i bojardi di Stato stanno tornando alla grande. Bloccato il programma di privatizzazioni (Enel, Eni, Rai, Poste) definito dal Governo in carica alla fine della XIV legislatura (e delineato nel Dpef del 2005 per il 2006-2009), i bojardi non solo siedono in posizione chiave di Palazzo Chigi, ma stanno rispuntando da per tutto.
Il caso più eclatante è quello della Cassa Depositi e Prestiti (Cdp): dagli organi di governo e di gestione (un consigliere ogni 7 dipendenti) vengono mandati a casa tecnici di finanza come Luigi Fausti, Mario Sarcinelli e Luigi Roth per sostituirli con espressioni della maggioranza, un termine elegante per indicare ciò politici non rieletti (o non ripresentati alle elezioni dai loro stessi partiti) ed ora in cerca di collocazione. Nell’ambito della Cdp, poi, è stata creata da alcuni mesi una sgr, il nuovo fondo per le infrastrutture, F2i, on l’apporto della Cariplo, della Fondazione Mps, della Fondazione Crt, della Fondazione Carisbo, oltre che delle due principali banche del paese, Intesa Sanpaolo e Unicredit e da due sponsor internazionali di rango, Lehman Brothers e Merrill Lynch. Lo guida Vito Gamberale , la cui carriera è il “cursus honorum” del bojardo di Stato Anni 80. Oltre un mese fa, gli è stato chiesto: a) di quali infrastrutture si prenderà carico – se di quelle della “legge obiettivo” (di cui tuttavia vuole occuparsi il Ministro Di Pietro ed ha pieno titolo per farlo) o di altre, ed in tal caso, di nominarle; b) se si utilizzeranno Special Purpose Vehicles (Spv), uno strumento finanziario ad hoc, per ciascuna iniziativa oppure per ciascun comparto e se la tecnica utilizzata sarà il BOO (Build, Own, Operate) o il BOOT (Build. Own, Operate, Transfer); c) quale sarà l’analisi finanziaria ed economica che verrà effettuata; d) se le infrastrutture (da finanziarie) verranno viste come un investimento in capitale fisico e finanziario oppure come uno strumento di politica economica oppure ancora come una finestra di opportunità e, soprattutto, e) per quale ragione é la Cdp è in F21 - una garanzia pubblica a progetti privati, pilotaggio delle scelte operative verso obiettivi di politica economica, cattura di utili e di dividendi (se sono elevati).
Sino ad ora, la risposta è stata equivalente a quel passaggio dell’Epilogo dei dogmi politici del Cardinal Mazzarino in cui si sottolinea che “a sole due massime restringevano gli antichi filosofi la lor più sincera filosofia, e sono le seguenti: sopportati e astieniti”. Proseguendo la lettura, il capitolo del Cardinale (il bojardissimo della Francia di Luigi XIV) continua sulla esigenza di non mostrare ciò che non è indispensabile mettere in campo per ottenere i propri obiettivi profondi.
Ritorno dei bojardi, alla grande, anche in Alitalia. L’asta, ridotta da mesi a beauty contest (gara a chi meglio corrisponde ai criteri di bellezza, peraltro mai specificati, della stazione appaltante – ossia di Prodi & Co.), sta diventando spappolata oltre il prevedibile. Dopo la presentazione delle offerte preliminari, si annuncia che verranno autorizzati cambiamenti ed ampliamenti di cordate, e capitolati dettagliati differenti dai loro progetti preliminari. In effetti, si sta cercando di far sì che la bellezza negli occhi di Prodi & Co. assomigli molto a quella di Air One (controllata se da un bojardo da chi ai bojardi è stato sempre molto collaterale). In tale modo, la bojardia (collaterale al partito-aziende che sta creando il Presidente del Consiglio) avrebbe il monopolio della tratta Milano-Roma. All’anti-trust non resterebbe che piangere.

Nessun commento: