Con l’auto
elettrica possibile un aumento della produttività
GIUSEPPE
PENNISI
L’auto
elettrica è stata presa in considerazioni specialmente per le sue ricadute
ambientali, più che per il suo impatto sulla produttività e in particolare per
la logistica. Un’analisi di 'Bloomberg New Energy Finance' sostiene che a
livello mondiale, tra il 2025 ed il 2030, le auto-elettriche diventeranno
(senza sussidi o incentivi) meno costose di quelle convenzionali. I governi di
Francia, Norvegia, Germania e India hanno lanciato programmi ambiziosi per
facilitare la sostituzione del parco auto con il duplice obiettivo di
migliorare produttività e ambiente. Oggi, a livello mondiale, appena 1,1% delle
auto immatricolate nel 2016 sono elettriche o ibride. Tuttavia, secondo
l’International Energy Agency, nel passato biennio il numero di auto verdi in
circolazione è cresciuto del 60%. Il mercato è molto reattivo soprattutto al
costo delle batterie: secondo il dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti,
le auto-elettriche e ibride avranno costi alla pari o inferiori alle auto a
combustibile quando le batterie costeranno 100 dol- lari per kilowat/ora. Tesla
ne produce a 125 dollari per k/ora e secondo punta ad arrivare al di sotto dei
100 dollari per k/o nel giro di pochi anni.
Come si
situa l’Italia in questo contesto? Lo si ricava dal più completo documento sull’argomento:
Il Libro Bianco sulla Mobilità Elettrica, frutto di un attività di ricerca
permanente di Start Magazine, un centro di analisi prima che un portale
specializzato, in collaborazione con Cei-Cives. Una politica per il comparto è
mancata, oppure non ha ancora portato a risultati apprezzabili: le
immatricolazioni annue di veicoli elettrici o ibridi sono appena lo 0,1% del
totale, una percentuale notevolmente inferiore a quelle di Francia (circa il
3%) e Germania ( poco più di 2%, obiettivo 2020: un milione su strada).
Più che gli
incentivi finanziari, l’esperienza della Norvegia suggerisce che il nodo
principale è la disponibilità di colonnine di ricarica delle batterie. Una
proposta di regolamento Ue prevede che a partire dal 2019 ogni abitazione di
nuova costruzione o in fase di ristrutturazione dovrà avere almeno un punto di
ricarica per veicoli elettrici. La proposta di regolamento prevederebbe inoltre
che entro il 2023 almeno il 10% dei parcheggi dei nuovi edifici nella Ue siano
equipaggiati con strutture di ricarica. In sede Ue, la Germania, ha proposto
che dal 2030 tutte le nuove auto immatricolate debbano essere a zero
immissioni. Questo indirizzo, pur condivisibile, solleva nuovi interrogativi su
come reperire l’energia elettrica necessaria per ricaricare numeri sempre più
alti di auto senza costruire nuove centrali.
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