EVENTI/ A Siena la
"Chigiana" suona bene
La Chigiana,
accademia di alta specializzazione di Siena, inaugura il Chigiana
International Academy and Summer Festival. Ecco di cosa si tratta. GIUSEPPE
PENNISI
11 luglio
2017 Giuseppe Pennisi
Il pianista Arseny Tarasevich
Nikolaev
Quella che
si è vantata per secoli di essere la più antica (e la più solida) banca
dell’età moderna, e che negli ultimi quarant’anni pare essere stata
particolarmente attenta a richieste di finanziamento di chi era prossimo ad una
parte politica, è stata ‘statizzata’ con la benedizione delle autorità europee.
Si spera che prima o poi verrà riprivatizzata. Da circa tre anni, a Siena
non tira aria buona. Anche in piena estate, il turismo non è esaltante:
strade piene, paninerie stracolme, ma ristoranti vuoti.
Per fortuna
che c’è la Chigiana, l’accademia di alta specializzazione musicale che ha il
livello dei grandi istituti (come la Juilliard School, il Curtis Institute, la
Guidhall ed i grandi conservatori francesi , tedeschi e dell’Europa Orientale.
Guidata dal Presidente Marcello Clarich della Fondazione Chigiana e dal
Direttore Artistico Nicola Sani compositore ed organizzatore musicale, ha
riformato totalmente i corsi estivi di perfezionamento ed il piccolo
festival (‘La Settimana Chigiana’) che si teneva nel solo mese di luglio con il
nome di Chigiana International Academy and Summer Festival che invece dura dall’inizio
di luglio a fine agosto proponendo sessanta appuntamenti. Con il supporto dei
Rotary Clubs della Toscana ha anche ripristinato con modalità nuove il Premio
Chigiana in passato attribuito a musicisti come Gidon Kremer, Peter Serkin,
Evgenij Kissin, Esa-Pekka Salonen, Andreas Schiff. Per loro e per molti
altri è stata una partenza importante per le rispettive carriere.
Il premio è
stato rinnovato in quanto ora comprende audizioni-selezioni internazionali (da
parte di una giuria anch’essa internazionale, a Bruxelles, Mosca e New York)
prima dello spareggio tra i due finalisti, la violoncellista olandese Ella van
Poucke ed il pianista russo Arseny Tarasevisch-Nikolaev.
Il concerto,
aperto e chiuso da due brani di Prokof’ev indicativi rispettivamente del suo
stile giovanile (la celebre ‘Sinfonia Classica’ del 1917, già un segno di
ribellione nei confronti del ‘realismo socialista’ di Zdanov ) e la sonata per
violoncello e orchestra del 1949, dopo il suo ritorno in Russia al termine di
una permanenza all’estero (Francia, Stati Uniti e Belgio) quasi ventennale. La
composizione dell’allora ventitreenne Rachmaninov è la prima realmente
importante dell’autore specialmente per la perizia con cui i sei brani, pur
divergenti in molti punti stabiliscono nessi fra loro. Il brano di Schumann è
un esempio degli ultimi anni, tormentati, della vita dell’autore. Il notissimo
concerto di Grieg è uno snodo importante verso il tardo romanticismo. I brani
sono scelti per le finalità del premio. Nel primo il dialogo è tra il violoncello
ed il pianoforte. In altri due, rispettivamente il pianoforte ed il violoncello
interagiscono con l’orchestra.
Ambedue i
finalisti sono eccellenti (molto bravi anche i due giunti al terzo ed al quarto
posto, Alexander Malofeev (piano) e Miriam Prandi (violoncello). Ella van
Poucke ha avuto la ‘stella d’oro’ e Arseny Tarasevisch-Nikolaev ‘la stella
d’argento’. Si aggiungono, come ‘premi speciali’, varie scritture in stagioni
concertistiche in Italia ed all’estero. Di altissimo livello l’orchestra della
Toscana. La Giuria del Premio era così composta: Boris Belkin (Docente del
Corso di Violino dell’Accademia Chigiana), Marco Riaskoff, Fedra
Florit, Pierangelo Conte, Alexander Romanovsky, Marcello Clarich
(Presidente dell’Accademia Chigiana), Paolo Petrocelli (Head of
Development, Comunication & Marketing dell’Accademia Chigiana), Cesare
Mancini (Assisttente del Direttore artistico dell’Accademia Chigiana) e Nicola
Sani (Direttore artistico dell’Accademia Chigiana).
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