mercoledì 31 agosto 2011

LA SAGRA MALATESTIANA GIUNGE ALLA SUA FASE CENTRALE in Il Velino 31 agosto

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LA SAGRA MALATESTIANA GIUNGE ALLA SUA FASE CENTRALE
Rimini - Al via da domani la grande sinfonica (la Sinfonia dei Mille di Mahler, che richiede 1030 esecutori) e la micro-opera “La morte di Virgilio"

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Rimini - Se si eccettua la stampa regionale e le testate specializzate in musica classica, si parla poco della Sagra Malatestiana giunta, senza fare troppo clamore ma offrendo grande qualità, alla sua 62esima edizione. È una delle manifestazioni più antiche d’Italia. La sua nascita infatti risale all’estate del 1950 quando l’allora azienda di soggiorno incaricò Carlo Alberto Cappelli, all’epoca sovrintendente del Teatro Comunale di Bologna, di ideare e organizzare un ciclo di concerti sinfonici con l’intento di prolungare la stagione turistica riminese. Da allora la Sagra Musicale Malatestiana ha ospitato i più prestigiosi direttori, solisti e orchestre del firmamento musicale internazionale consegnando a una vasta comunità territoriale, anche per i numeri e il lavoro svolto sulla formazione del pubblico, forse uno dei patrimoni civili e culturali più preziosi e un prestigioso evento culturale, fra i più longevi d’Italia. La kermesse persegue già da anni una articolazione della programmazione che va dalla musica sinfonica al jazz a quella barocca. “Percuotere la Mente”, la rassegna “BWV-Bach” e “I Concerti della Domenica” sono le sezioni tematiche attraverso cui ha preso corpo un’ampia gamma di proposte che hanno moltiplicato le suggestioni di un’offerta sempre di alto pregio. È in corso dall’inizio di luglio e termina all’inizio di dicembre. Quindi è uno dei festival più lunghi e più estesi dell’anno. La “Sagra” è organizzata in varie sezioni. Le prime due, “Percuotere la Mente” e “BWV-Bach”, si sono svolte in luglio ed agosto. In effetti, mentre le spiagge di Rimini brulicavano di turisti, nella città storica si potevano ascoltare una rassegna raffinata di musica pop diventata classica e un’antologia delle migliori formazioni specializzatesi in Bach.
In questi giorni, la Malatestiana giunge alla sua fase centrale: la grande sinfonica e la micro-opera di cui la Sagra può considerarsi l’antesignana. La “grande sinfonica” apre con l’unica replica del concerto che la sera di domani inaugura a Torino il MiTo: la Sinfonia Ottava in mi bemolle maggiore di Mahler chiamata la “Sinfonia dei Mille” perché richiede 1030 esecutori. A questo scopo Gianandrea Noseda unisce l’orchestra e il coro della Rai con quelli del Teatro Regio e vi aggiunge il coro del Maggio Musicale Fiorentino (potenziati con un coro di voci bianche). Solisti Erika Sunnegårdh, Julia Kleiter, Elena Pankratova, Yvonne Naef, Maria Friderike Radner, Stephen Gould, Christof Fischesser, Detlef Roth: un cast da fare invidia alle maggiori formazioni sinfoniche mondiali. Con una formazione differente, dal 22 al 24 ottobre, Antonio Pappano inaugurerà a Roma la stagione sinfonica dell’Accademia di Santa Cecilia sempre con la Sinfonia dei Mille; i complessi dell’Accademia verranno rafforzati con quelli del China National Chorus. A seguire, Yuri Temirkanov e Roustem Saitkoulov con l’Orchestra Sinfonica di San Pietroburgo (11 settembre) , Juraj Val uha eEvgeni Bozhanov con l’Orchestra Nazionale della Rai (15 settembre) , Antonio Pappano e Hélène Grimaud con l’Orchestra Sinfonica di Santa Cecilia (18 Settembre) e Zubin Mehta con l’Isreal Philarmonic Orchestra. La micro-opera in programma quest’anno è “La morte di Virgilio - Chant après chant”, testo di Hermann Broch Musica di Jean Barraqué. Dal 2 al 4 settembre al Teatro degli Atti, prima esecuzione in forma scenica. Una collaborazione Sagra Musicale Malatestiana e Teatro Valdoca che, come per esperienze del recente passato, andrà verosimilmente in giro in altri teatri da camera.
Nel lavoro sentendo appressarsi la morte, Virglio vorrebbe bruciare l’Eneide. Sul filo di una brezza leggera, a sera inoltrata, le sette navi della flotta di Cesare Augusto fanno il loro ingresso nel porto di Brindisi. È la prima pagina del romanzo che Hermann Broch si decise a completare sfuggendo negli Stati Uniti dall’Europa in fiamme, dove non avrebbe fatto più ritorno, anche quando quelle fiamme avrebbero cessato di divampare. E la storia che ne consegue ruota attorno al dramma di un artista che non può compire l’ultimo gesto che gli resta per finire la sua opera: distruggerla. “Prima, La morte di Virgilio l’aspettavo senza conoscerla”, dirà Jean Barraqué in un’intervista rilasciata nel 1969. Al nome del musicista francese, a cui la sorte riserverà una brusca uscita di scena, quarantacinquenne, sono legate sette opere compiute. “Uscito dall’incubo dell’infanzia ho intrapreso e perseguo la vita di libertà e di indipendenza che mi sono scelto, sia sul piano intellettuale che su quello morale e sociale”. Nella Parigi dell’immediato dopoguerra assiste ai corsi di analisi dispensati da Olivier Messiaen e pratica la critica musicale sulle colonne di Liberàtion: “All’epoca, la nostra grande scoperta, in effetti una riscoperta, era Debussy”. Ed all’autore della Mer, Barraqué dedica ben presto pagine che confluiranno in una monografia che le éditions du Seuil pubblicheranno nel 1962 nella collezione Solfège, presto tradotta in spagnolo, tedesco, svedese e giapponese. Le leggi seriali sono poi le chiavi d’accesso agli orizzonti infinitamente aperti sull’incompiuto. La poetica di Barraqué si carica presto di conseguenze. Sarà perché tante le implicazioni con cui viene investito l’atto creativo. “Un giorno mi hanno ripetuto una frase di Genet: ‘il genio è il rigore nella disperazione’. Cosi è per il compositore”. In breve, la micro-opera vale un viaggio e si coniuga bene con la “Sinfonia dei Mille”.
(Hans Sachs) 31 Agosto 2011 17:13

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