sabato 27 agosto 2011

CNEL SUL VIALE DEL TRAMONTO? Il riformista 28 agosto

CNEL SUL VIALE DEL TRAMONTO?
Giuseppe Pennisi
Per lunedì mattina è stata convocata un’Assemblea Straordinaria del Cnel per predisporre una posizione concertata in vista dell’audizione in Parlamento del Presidente Marzano prevista per il giorno successivo. In effetti, quello di cui gran parte dei Consiglieri intendono discutere è la riforma dell’organo quale prevista dall’art.17 del Decreto Legge sulla manovra di stabilizzazione e di rilancio dell’economia in conversione in queste settimane. Il Decreto Legge prevede a) una drastica riduzione del numero dei componenti dell’organo; b) una loro diversa composizione per porla in linea con quella di organismi analoghi (circa settanta al mondo) nonché con la effettiva partecipazione delle varie categorie ai lavori; c) uno snellimento delle procedure . Vengono accentuati i nuovi settori dell’economia e della società e la componente tecnica dell’organo (anche perché, a ragione delle ristrettezze di bilancio, analisi e ricerche vanno fatte in proprio, ossia dai Consiglieri del Cnel – come già avviene da un anno con risultati che istituti esterni come la Commissione Europea considerano lusinghieri- e non appaltati all’esterno). Basta scorrere la composizione del Cnel nostrano con quella di organismi del resto del mondo per toccare con mano come la componente fordista-taylorista fosse ampiamente pletorica e non in linea con le esigenze di oggi e , soprattutto di domani, ma rispecchiasse principalmente l’Italia-che-fu.
Al centro del problema non c’ è una banale questione di poltrone. Il cuore della questione è se il Cnel deve contribuire all’Italia del futuro, ai problemi gravissimi della disoccupazione giovanile e delle fasce deboli, a plasmare quel dialogo sociale che l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) chiama “aggressivo” (mirato a cambiare le strutture di produzione) o se deve guardare melanconicamente al passato, fornendo seggi ad “ex” del mondo fordista-taylorista. Il 21 agosto, al Meeting di Comunione e Liberazione, il Capo dello Stato ha chiaramente indicato la rotta; alcuni giorni prima Giuseppe De Rita, a lungo alla guida del Cnel, ed il Cardinal Bagnasco (alla guida della CEI) avevano fatto considerazioni analoghe. Sul tema è intervenuto un esperto del livello e dell’indipendenza di giudiziose come Maurizio Ferrera dalla colonne del “Corriere della Sera” . E via discorrendo. La difesa dell’esistente è sempre perdente, in un mondo in rapido cambiamento; tentare di impostare il dialogo sociale su binari che l’OIL chiama “difensivi” vorrebbe dire sapere di fallire.
Indubbiamente, un’interruzione improvvisa della Consigliatura oppure, come minacciato da alcuni scontenti, il boicottaggio in caso la questione delle poltrone non venisse risolta guardando a serie storiche trentennali (piuttosto che alle esigenze del futuro) paralizzerebbero l’organo nel momento in cui il contributo che sta dando al piano nazionale di riforma, alla lotta alla disoccupazione giovanile, allo statuto dei lavori, al programma per le infrastrutture è più essenziale. Si potrebbe pensare a fare scattare la riforma dal termine normale della Consigliatura. Ma, scardinarla come in proposte nate in un riunione auto convocata a metà agosto, vorrebbe dire porre l’organo sul viale di un rapido tramonto.

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