InScena
Il Mosé di Rossini entra nel conflitto in Terra Santa
di Giuseppe Pennisi
Adelaide di Borgogna e Mosé in Egitto sono i due nuovi allestimenti proposti al Rossini Opera Festival 2011 capaci di mostrare due volti nuovi del compositore pesarese. Del primo il regista Pier Alli e il direttore Dmitri Jurowski danno una lettura proto-Risorgimentale. In Mosé, opera del 1818 per la regia di Graham Vick e la direzione musicale Roberto Abbado, si passa dall'epoca biblica al conflitto tra Israele e la Palestina in corso da decenni.
Gli egiziani sono però nelle vesti del Governo di Tel Aviv e Mosé in quelle di un guerrigliero palestinese seguito da uomini, donne e bambini pronti a diventare kamikaze.
Il secondo allestimento ha fatto discutere animatamente il pubblico nonostante l'indubbia qualità dell'esecuzione musicale (dove spiccano Alex Esposito e Sonia Ganassi). Va detto però che Mosé, vista la complessità dell'impianto scenico, difficilmente potrà essere portato in altri teatri. Su Adelaide di Borgogna, opera che dal 1820 è stata presentata una volta sola a Martina Franca nel 1984, grava la reputazione di essere solamente in parte frutto di Rossini (molto aiutato dai suoi collaboratori). Alla prova del palcoscenico, il lavoro in effetti conferma la sua debolezza. Pier Alli pone la vicenda in un contesto atemporale e la movimenta con proiezioni computerizzate. Di rilievo la nuova brillante prova di Daniela Barcellona e una vera scoperta, il giovanissimo soprano di agilità australiano Jessica Pratt. (riproduzione riservata)
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