SI PUO’ SALVARE L’EURO?
Giuseppe Pennisi
Dopo l’ultima tormenta finanziaria che non accenna a placarsi, aumentano proposte intese a rivedere profondamente l’unione monetaria europea. Uno dei “padri” del Trattato di Maastricht Paul, de Grawe parla della fragilità dell’eurozona così come concepita. Il più influente degli economisti tedeschi, Hans- Werner Sinn suggerisce che la Grecia stacchi l’ancora e torni alla dracma. In seguito, lo dovrebbero fare altri Stati (tra cui forse l’Italia) . Altri danno la moneta unica per defunta: da ultimi due dei più noti della Finlandia (Mart Sorg) e dell’Estonia (Nadezhda Ivanova)- Paesi che non hanno problemi seri di finanza pubblica. Il ragionamento loro (e di altri, soprattutto di quelli, anche europei, residenti negli UsA) è che molti Stati imbarcatisi sulla via di Eurolandia non hanno metabolizzato quanto profonde fossero le prassi che i loro cittadini, le loro imprese, le loro pubbliche amministrazioni (ed i loro stessi Governi) avrebbero dovuto cambiare. Società abituate a raffazzonare i propri affari, ed a risolverli di tanto in tanto deprezzando il cambio, si trovano con il cappio al collo. Un economista francese, André Cabannes, ha lanciato la proposta di un sistema duale: Grecia, Francia, Irlanda, Italia, Portogallo e Spagna utilizzino le loro “vecchie” monete (dracme, franchi, lire, sterline, scudi, peseta) per le transazioni interne e l’euro per quelle europee ed internazionali, come avveniva nell’unione monetaria latina che è durata dal 1866 al 1927, una buona prova di resistenza; le Banche centrali nazionali gestirebbero la liquidità delle monete nazionali, la Bce quella a livello di euro; gli aggiustamenti sarebbero più facili e più visibili ed incentiverebbero a migliorare produttività e competitività. Cabannes viene dal mitico Polytechnique, è stato uno dei leader del Boston Consulting Group ed ora è Presidente ed amministratore delegato di Axtel, uno dei maggiori gruppi europei di consulenza. E’ una voce ascoltata nel mondo della finanza e da alcuni Governi.
L’unione monetaria è profondamente cambiata rispetto a quanto previsto a Maastricht e scritto nei manuali universitari: aiuti a banche e a Tesori in difficoltà sono scarsamente compatibili con una moneta unica mentre sarebbero parte integrante in un sistema “alla Bretton Woods” di cambi, e di aggiustamenti delle bilance dei pagamenti, gestiti collegialmente.
Il prossimo week end di Ferragosto sarà decisivo per l’euro, come lo conosciamo oggi.
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