lunedì 25 gennaio 2010

OBAMA ABBAIA MA NON MORDE Il Tempo 25 gennaio

OBAMA ABBAIA MA NON MORDE
Giuseppe Pennisi
Il Cancelliere tedesco Angela Merkel ha chiesto un vertice straordinario sulle proposte delineate dal Presidente Usa in merito al settore finanziario: a) un prelievo sulle attività delle banche che hanno fruito di aiuti; b) misure (non meglio specificate) per ridurre le dimensioni degli istituti e separarne le attività commerciali da finanziarie (specialmente di hedge fund). L’America profonda chiede da mesi un colpevole da impiccare per la crisi finanziaria ed economica in atto dal 2007. Barack Obama ha pensato di darglielo puntando il dito sulle banche, novelli untori dell’economia mondiale, pur se la metalmeccanica (GM e Chrysler) hanno avuto più aiuti federali del settore finanziario.
Le proposte sono state messe a punto da David Stockman (teologo proclive al misticismo, giovane Ministro del Bilancio della prima amministrazione Reagan e per lustri banchiere di successo – per anni ci siamo considerati buoni amici) e Paul Volcker , 83nne finanziere , alla guida della Federal Reserve dal 1979 al 1987, tanto bravo quanto squattrinato (diede le dimissioni per trovare un incarico meglio remunerato e pagare l’università ai suoi quattro figli).
Obama ha, scaltramente, lasciato al Congresso il compito di elaborare gli aspetti tecnici. Il prelievo mutua una misura in atto in Svezia: “l’onere per la stabilità” che le banche pagano perché il Tesoro si faccia loro garante nell’eventualità di una crisi analoga a quella del 1990 (quando quasi tutto il sistema bancario del Regno nordico venne nazionalizzato per essere, dopo pochi anni, privatizzato). E’ un premio di assicurazione: duplicherebbe (anche se ne amplierebbe la sfera) l’assicurazione obbligatoria federale sui conti correnti (sino a $ 250.000 per conto). E’ difficile pensare che il Congresso vari una misura del genere.
Ancora più nebulosa la proposta in materia di riduzione delle dimensioni degli istituti e della separazione di attività commerciali da quelle finanziarie. Non si intende certo ritornare alla normativa (abrogata nel 1999) varata nel 1932 in quanto lo scorporo effettuato ai tempi della Grande Depressione sarebbe tecnicamente difficile e renderebbe i singoli istituti di credito Usa vulnerabili e contendibili. Pur se è auspicabile escogitare una regolazione che distingua in modo netto attività commerciali da quelle puramente finanziarie, il Congresso avrebbe difficoltà a trovare un punto d’intesa ; per di più, secondo alcuni giuristi, non sarebbe nelle sue competenze ma in quelle delle Assemblee dei singoli Stati dell’Unione. Ove si superassero queste difficoltà, una misura unilaterale Usa metterebbe a repentaglio il tentativo di negoziare nuove global rules.
Per il momento, quindi, shakespearianamente tanto rumor per nulla. Pur se il chiasso potrebbe servire a riaprire il negoziato sulle global rules. Quindi, Angela Merkel ha ben fatto a suonare l’allarme.

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