E’ IL MOMENTO DELLE SCELTE
Giuseppe Pennisi
Se per studiare un bosco occorre analizzarne gli alberi più rappresentativi, di converso è difficile comprendere il futuro di un albero se non si ha contezza del bosco di cui fa parte. In altre parole, è errato guardare all’avvenire degli impianti Fiat a Termini Imerese senza tenere conto delle notizie relative al mercato mondiale in generale ed a quello dell’auto in particolare.
In parallelo con le difficoltà oggettive della formazione di una nuova cordata che rilevi gli impianti in Sicilia occidentale e li faccia , se non volare, almeno reggersi sulle proprie gambe, sono arrivate notizie relative all’inattesa dinamica dell’export cinese. Secondo un’analisi in uscita su “The Economist” del 14 gennaio (ma già diffusa agli esperti abbonati alle “previews” , o anteprime, dei servizi del settimanale), la Cina punterà molto sulla metalmeccanica: unicamente la Geely (la “piccola”, per così dire, compagnia cinese presente al salone di Detroit) progetta di esportare, entro due anni, 1.3 milioni di veicoli, tra cui cilindrate leggere al prezzo f.o.b. (free on board, ossia all’imbarco dai porti dell’Estremo Oriente) di meno di $ 10.000 ed un modello sportivo (il Beauty Leopard) al prezzo f.o.b. di $ 15.125.
In sintesi, non solamente gli impianti di Termini Imerese, caratterizzati da bassa produttività ed alti costi di trasporto, difficilmente potranno fare fronte alla concorrenza che viene da lontano ma molti altri impianti europei (non solo italiani e non unicamente Fiat) avranno seri grattacapi.
I sulfamidici, i ricostituenti ed i cerotti non assicurano lunga vita. I siciliani (il mio cognome indica chiaramente le mie origini isolane) devono cominciare a pensare a quella che sarà la struttura di produzione e di mercato nel “dopo-crisi”. Il multicolore Jacques Attali (il solo ingegnere minerario che sappia essere anche consigliere di tutti i Principi, banchiere, filosofo, narratore, regista cinematografico e poeta) ha appena sfornato un bel libretto La crise, et après? (prontamente tradotto in italiano). Il mondo del dopo crisi sarà caratterizzato da “centinaia di milioni di creatori, innovatori, imprenditori” che devono essere messi in grado “di assumersi rischi in tutta libertà con il solo vincolo di non mettere in pericolo quella degli altri”. Termini Imerese è ad un bivio: o ritorna a puntare sul terziario come il turismo (quale era ai tempi in cui Michelangelo Antonioni vi girò L’Avvenura) oppure punta su creatività ed innovazione. Nel primo caso, deve darsi servizi turistici di altissimo livello qualitativo. Nel secondo, stringere rapporti stretti con i dipartimenti tecnologici delle Università di Catania e di Palermo. La metalmeccanica sembra essere parte più del suo recente passato che del suo futuro.
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