giovedì 20 agosto 2009

Rossini Opera Festival, qualche suggerimento per l’edizione 2010, Il Velino 20 agosto

Rossini Opera Festival, qualche suggerimento per l’edizione 2010
Roma, 20 ago (Velino) - Seguendo la prassi dei principali festival europei (Aix, Salisburgo, Glyndebourne nel resto del continente, mentre in Italia la praticano unicamente lo Sferisterio e l’Arena di Verona), al termine della prima tornata del Rossini Opera Festival (Rof) 2009 di Pesaro, il management della manifestazione ha annunciato quali saranno le tre principali opere in cartellone la prossima estate. Al Rof 2010 vedremo quindi: “Sigismondo” (mai rappresentata in termini moderni e inizialmente prevista per l’edizione di quest’anno), “Demetrio e Polibio” (rappresentata una quindicina di anni fa al Festival di Valle d’Itria a Martina Franca e di cui è stata realizzata un’edizione in disco) e “La Cenerentola” (nell’allestimento ormai più che decennale di Luca Ronconi che si è visto in molti altri teatri). Il programma, è stato precisato, subirà modifiche se diminuiranno ulteriormente i finanziamenti.

Il programma rispecchia l’intenzione di mettere in scena tutte le opere di Rossini in edizioni critiche oppure in versioni il più prossime possibili a quella che sarebbe un’edizione critica. Quindi, l’interrogativo se tutti e tre gli spettacoli valgano la pena di essere realizzati diventa, a fronte di un’operazione filologica, secondaria. Occorre, però, chiedersi come verranno messi in scena, specie a ragione del teatro di regia, da anni caratteristica esplicita del Rof, e delle critiche giustificatissime raccolte poche settimane fa da una “Zelmira” allestita in maniera verosimilmente costosissima e zeppa di tutti i peggiori cliché degli anni Settanta: una regia non solo sonoramente fischiata, ma anche definita “di una Ruth Berghaus in sedicesimo”. Tutti conosciamo “La Cenerentola”. Alcuni hanno ascoltato “Demetrio e Polibio” e ancora meno sono coloro che si sono recati in pellegrinaggio a Martina Franca per vederlo in scena. “Sigismondo” è un oggetto sconosciuto a chi non è un musicologo specializzato in Rossini.

Fortunatamente proprio nei giorni del Rof 2009, è arrivato in libreria “Rossini, L’uomo, la musica” (Edizioni Bompiani) di Giovanni Carli Ballola, testo atteso da tempo perché non è né una nuova biografia rossiniana (da Stendhal a Riccardo Bacchelli passando per Vittorio Emiliani è un campo in cui si sono cimentati in po’ tutti) né un testo per addetti ai lavori. Carli Ballola è un musicologo rigoroso che ha inteso scrivere un libro per tutti coloro che, definiti un tempo “persone colte”, abbiano voglia di leggerlo tutto d’un fiato. La prima parte del volume riguarda la vita del compositore, la seconda la musica (con accento ovviamente su quella per il teatro), la terza parte i rapporti anche di pentagramma, ma non solo, con il sacro e l’ultima i “peccati della vecchiaia”. È sulla scorta del lavoro di Carli Ballola che occorre esaminare il programma del Rof 2010, cominciando con la “prima mondiale” di “Sigismondo”, dramma in musica in due atti il cui debutto, nel 1815, fu un colossale fiasco e che non è mai stato più ripreso dal 1827. Il libretto è di pessima fattura: un clima cupo e tenebroso in cui si svolge il dramma di un’innocente ingiustamente accusata di adulterio. Tema “protoromantico” ma abbastanza distante dalla sensibilità di Rossini in quella fase della carriera. Ben altra cosa ne avrebbe fatto Schumann con la Genoveva di cui si è vista un’encomiabile produzione a Palermo circa tre anni fa. “Non tutto – avverte Carli Ballola- è tenebra e delirio”.

Il libro indica con cura le parti di “Sigismondo” su cui puntare, i presagi e le sfumature da sottolineare, dove uscire da una “tinta” monocorde. Se non si sceglie con cura la regia e la direzione musicale, si rischia un esito come quello di “Zelmira”, se non peggiore. Probabilmente occorrerà evitare una regia falsamente innovativa e puntare su una produzione che sappia fare comprendere, anche con l’uso di sovra titoli, la complicata vicenda. “Demetrio e Polibio” viene definito da Carli Ballola “una tesi di laurea” e “assemblaggio metastasiano rabberciato”, per di più musicato dal giovanissimo Rossini “un pezzo alla volta”. All’epoca ebbe successo in quanto in linea con tutte le convenzioni del tempo, ma anche perché “nell’acerba aggressività” si giunge “ad un’opera di assai notevole livello complessivo”. Tale livello non si ravvisa nell’unica edizione in disco disponibile. Per il Rof 2010 è occasione ghiotta su cui puntare, se possibile in una sala piccola e con una compagnia giovane. “La Cenerentola” è un allestimento elaborato che ebbe un buon riscontro di pubblico e di stampa, nonostante la fiabesca produzione ronconiana non abbia colto quella “verità drammatica”, sottolineata da Carli Ballola, e fortemente presente nelle edizioni di Ponelle, Hall e De Simone per la Scala, Glyndebourne e Bologna.

(Hans Sachs) 20 ago 2009 13:29

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