L’estate 2009 verrà ricordata come quella della preparazione dell’organizzazione della prima internazionale dei lavoratori maschi perché vengano previste azioni positive per la loro formazione e progressione di carriera. I preparativi concettuali stanno avvenendo in saloni le cui mura sono coperte da eleganti boiseries in Château de la Muette , sede dell’Ocse.
Come si collocano questi preparativi (un po’ carbonari) con il fiume di articoli sulla stampa italiana suscitata da una ricerca di Claudia Olivetti, ricercatrice a Boston, secondo cui, invece, il gap occupazionale e salariale delle donne è aumentato, specialmente in Italia, e minaccia di crescere ancora? Il vostro “choniqueur” non è un maschilista: in Banca Mondiale ha guidato– e si era negli Anni 70!- una divisione in cui, su sua indicazione, gran parte dei dirigenti erano donne. Ha anche collaborato ad uno dei primi periodici femministi (“Libera”).
Due elementi, messi in rilievo da fonti al di sopra di ogni sospetto, indicano che il primato degli uomini (ove mai esistito) sta per terminare e sta iniziando (nei Paesi Ocse) di supremazia delle donne (il matriarcato è relegato a pochi Paesi asiatici). Il primo viene indicato dal socio-economista del Bangladesh Rehim Salam. E’ un “conservative”: vede, con una punta di malinconia che la recessione in corso “spazzerà via l’aggressività e la propensione al rischio che hanno permesso agli uomini di consolidare il proprio potere”. La Russia è il primo esempio dove gli uomini sono stati messi sul tappeto, hanno una drastica riduzione dell’aspettativa di vita ed i lavori più interessanti vengono sempre più occupati da donne. La politica – afferma- sarà il prossimo passo.
L’altro elemento è l’analisi su demografia ed alta formazione (da adesso al 2030) condotta dall’Ocse- 300 pagine a grande formato e stampa fitta, dense di dati e di statistiche: Il capitolo finale è proprio intitolato come sia necessaria un’azione “positiva” (a favore degli uomini) per frenare”un’ineguaglianza all’incontrario” (a beneficio delle donne) di cui nelle università si percepiscono già i primi segnali: una proporzione più lata di matricole e lauree di genere femminile nelle discipline più promettenti in termini di carriera. L’Ocse analizza tanto le determinanti quanto le prospettive. Per importanti che siano gli elementi sociologici, fondamentali sono quelli economici: l’istruzione universitaria, e post-universitaria, rende di più alle donne che agli uomini in termini di occupazione e differenziali retributive , le studentesse hanno migliori risultati degli studenti nelle matematiche e nelle scienze sin dalle scuole secondarie, le aspettative delle donne giovani (e la determinazione nel realizzarle) sono maggiori dei loro coetanei maschi.
Salam e l’Ocse lanciano un grido di dolore. Personalmente, sono sempre stato favorevole al matriarcato ed ho sempre auspicato che mia moglie guadagnasse più di me. Quindi, non credo ch sarò tra i partecipanti all’internazionale.
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