Cagliari.
Un cupo “Trovatore” per un Lirico brillante
CAGLIARI
Dopo circa cinque anni di difficoltà, il Teatro
Lirico di Cagliari chiude in bellezza la stagione 2016 con una nuova produzione
del verdiano Il Trovatore.
La fondazione cagliaritana è una delle poche
che non ha chiesto accesso ai contributi della “Legge Bray” per il riassetto
della lirica. Il segreto sta nel tenere i costi bassi grazie a un’ampia rete di
collaborazioni e offrire ogni stagione una o due novità accanto a opere di
repertorio. Questo Trovatore può essere preso a
esempio. Regia, scene, costumi e luci sono di Stefano Poda, che riprende, in
gran misura, la produzione presentata ad Atene: scena unica, altamente astratta
per dare un’atmosfera unitaria, alcune componenti costruite nei laboratori
dell’ente cagliaritano. Le luci danno un tono cupo a questo
Trovatore, in linea con il romanzo di Antonio García
Gutiérrez da cui Salvatore Cammarano ha tratto il libretto per Verdi. È un po’
l’antitesi dell’allestimento di Visconti alla Scala (1966-1967), in cui ad una
scena notturna ne seguiva una solare (o illuminata dal chiaro di luna). Ma Il
Trovatore è soprattutto cinque grandi
voci, che la diligente bacchetta di Giampaolo Bisanti ha sostenuto dando un
buon equilibrio tra palco e buca. I due rivali sono Roberto Frontali (un
veterano del ruolo del Conte di Luna) e Marcello Giordani (un Manrico, spesso
di scena al Met, che canta perfettamente in “tono”, con grande cura alle mezze
voci); Daniella Schillaci (Leonora) ha debuttato nel ruolo con grande successo.
Ovazioni alla prima. Restano pochi biglietti per le repliche sino a fine anno.
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