Roma.
La “primavera” di Moro apre la strada alla
lirica “politica”
L’opera sulla vita e il disegno politico (non
il rapimento, la prigionia e la morte) di Aldo Moro Un’infinita
primavera attendo di Daniele Carnini e Sandro Cappelletto –
la prima assoluta è stata il 9 dicembre a Roma – apre una nuova strada in
Italia: quella dell’opera su personaggi e vicende politiche contemporanee.
Negli Stati Uniti, Carlisle Floyd è caposcuola di un filone di successo di
pubblico e di critica; in Europa, Oscar Strasnoy ha prodotto lavori di alto
livello e di vasta circolazione. In Italia, si contano poche opere
commissionate dal Teatro lirico sperimentale di Spoleto, sparite dopo un paio
di repliche. Floyd e Strasnoy sono i due primi compositori che mi vengono alla
mente di una nidiata ormai folta e che lavora su libretti di scrittori del
calibro di Jonathan Safran Foer. A
Un’infinita primavera attendo,
commissionata dall’Accademia filarmonica italiana, con il supporto
dell’Enciclopedia italiana e di Errebian, si può augurare un miglior destino
degli esperimenti spoletini. Non solo il Teatro Palladio era esaurito (e con
molti giovani) la sera della prima, ma ne verrà tratto un Dvd che verrà
mostrato sui principali canali televisivi e nelle scuole. La scarna vicenda
(Moro alla ricerca di nuova e più stretta coesione tra gli italiani tramite il
compromesso storico) è scandita un prologo orchestrale (ottimo l’ensemble della
Università Roma III diretto da Gabriele Bonolis, otto scene e un epilogo in 70
minuti senza intervallo). I personaggi sono stilizzati (il presidente,
l’intellettuale, la segretaria e così via), la linea vocale va dal declamato
all’arioso (a differenza, tanto per citare, del neoromanticismo di Floyd e
della fusione tra ritmi latino-americani ed elettronica di Strasnoy,
specialmente in Midea Dos, premiata a Spoleto, e
El Regresso dopo il cui debutto ad Aix-Provence nel 2005
si è vista in quasi tutto il mondo). L’orchestra che si giustappone alla
semplice linea vocale è ricca di impasti e di atmosfere. È un filone che va
sostenuto; da un lato, “svecchia” portandolo su temi d’attualità; da un altro,
la decantazione musicale permette di entrare in aree dove la cronaca e la
stessa saggistica non riescono ad accedere.
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Si è registrato il tutto esaurito, con molti
giovani, al Teatro Palladium per la prima dell’opera di Carnini e Cappelletto
sullo statista ucciso dalle Br. Interessante esperimento per raccontare la
storia contemporanea
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