Come si trasmettono le crisi finanziarie (e chi ne trae profitto)
Brutte nuvole nere si addensano sul Monte dei
Paschi di Siena e quindi su una rete di istituti finanziarie a esso associati.
Giungono in proposito due interessanti lavori: il primo dal Fondo monetario
internazionale (Fmi), il secondo dalle Università dell’Arizona, di Melbourne e
della Georgia.
In “Crisis Transmission in the Global Banking
Network” (IMF working paper No. 16/91), Galina Hale (Federal Reserve Board of
San Francisco), Tümer Kaplan (Fannie Mae, l’Istituto di riassicurazione di
mutui edilizi) e Camelia Minoiu (Imf) studiano la trasmissione degli shock
bancari internazionali, utilizzando l’andamento dei tassi interbancari su
prestiti a lungo termine tra seimila istituti nel periodo 1977-2012 al fine di
costruire una rete annuale di quanto e come le banche siano ‘esposte’ alle
crisi. Vengono stimati effetti diretti e indiretti rispetto a Paesi alla prese
con crisi finanziare sui rendimenti bancari e la disponibilità di effettuare
nuovi prestiti. Gli effetti diretti riducono i margini di profitto e quindi i
loro rendimenti. Gli effetti indiretti da un lato aggravano queste conseguenze
e dall’altro spingono i capitali a ‘migrare’ verso altri Paesi e verso banche
non in crisi. I due effetti combinati hanno comunque implicazioni sull’economia
reale in quanto riducono l’offerta di credito alle imprese ed ai consumatori.
In breve, se ne deduce che sistemi bancari interconnessi facilitano la
trasmissione delle crisi.
C’è però chi riesce a guadagnare alla crisi, come
dimostrano George Aragoni (Arizona State University), J. Spencer Martini
(University of Melbourne) e Zhen Shi (Georgia State University) nel paper “Who
benefits in a Crisis? Evidence from Hedge Fund Stock and Ioptions Holding”. È
ancora inedito ma il testo può essere richiesto all’indirizzo
george.aragon@asu.edu. Il lavoro presenta una caratteristica davvero unica di
dati su hedge funds e opzioni su azioni, dimostrando come i manager di fondi
bloccati riescano durante le crisi a trattare in modo opportunistico con quelli
di fondi non bloccati e ottenerne rendite anche cospicue.
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