BEETHOVEN E I CONTEMPORANEI
Giuseppe
Pennisi
La stagione sinfonica dell’Accademia Nazionale di
Santa Cecilia è iniziata con un ciclo di cinque concerti (due dei quali
presentati anche a La Scala di Milano ed al Regio di Parma) . Il ciclo si estende dal 3 ottobre al 3 novembre ed è
intitolato Beethoven ed I Contemporanei. Comporta l’integrale delle nove sinfonie di Beethoven affiancate ad
opere di contemporanei sia dei nostri giorni (Francesconi, Sollima, Nieder) sia
dell’epoca di Beethoven ma italiani e
molto differenti da lui (i “compositori imperiali” Spontini e Cherubini).
I primi due concerti sono stati un successo. Il 3
ottobre, i circa tremila posti della Sala Santa Cecilia erano gremiti e c’erano
anche spettatori in piedi. Il lavoro di Luca Francesconi , su testi di Mandela,
Bread Water and Salt (su testi di
Mandela), è stato applaudissimo e la Nona
sinfonia di Beethoven ha avuto un accoglienza trionfale. Il secondo ascoltato
il 10 ottobre, eseguito alla Scala l’11 ottobre, e replicato a Roma il 12 e 13
ottobre, comprende la ouverture di Olympie di Gaspare Spontini e due tra la
sinfonie più note di Beethoven, la Seconda e la Quinta. Siamo, quindi, quasi a
metà strada.
Pastiche
tra contemporaneo e quel che è considerato ‘classico’ non sono insoliti a
Pappano: la scorsa stagione ha presentato Il prigioniero
di Dallapiccola, inserito (senza intervalli) in due brani del Fidelio
di Beethoven.
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