OPERA/ Il
Giro del Mondo con tre Orchestre: With You Armenia
Pubblicazione:
mercoledì 9 settembre 2015
Daniel Harding, foto
©Musacchio & Ianniello
Approfondisci
NEWS Musica
All’inizio
di settembre quando i grandi festival musicali hanno chiuso i battenti sono
rimasti, sulla scena MiTo (di cui abbiamo parlato su Il Sussidiario del
3 settembre) e le Sagre Umbra e Maltestiana (che tratteremo nel prossimo
futuro) e la stagioni liriche non hanno ancora ripreso le loro fasi autunnali,
l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia ospita tre orchestre raramente presenti
nella capitale: la Filarmonica della Scala, l’Orquesta Juvenil Universitaria
Eduardo Mata del Messico e la Qatar Philarmonic Orchestra. Ho ascoltato il
primo dei tre concerti il 5 settembre. Gli altri due si terranno il 14 ed il 15
settembre quando sarò all’estero. Lo slogan del piccolo festival è Il Giro
del Mondo con tre Orchestre.
Su
questa testata abbiamo più volte parlato della Filarmonica della Scala che in
occasione del concerto del 5 settembre aveva un direttore d’eccezione, Daniel
Harding, e un pianista Alessandro Taverna, giovane ma già considerato dalla
critica internazionale a livello di Arturo Benedetti Michelangeli. Il concerto
proposto a Roma è parte di un progetto di ampio respiro dal titolo “With you
Armenia” partito da Gerusalemme lo scorso marzo. Oltre Roma, l’iniziativa
include altre tappe molto importanti tra cui la Carnagie Hall di New
York con Evgeny Kissin e Krzysztof Penderecki, a Londra con la Royal
Philharmonic Orchestra e Pinchas Zukerman, a Bruxelles l’Orchestra Nazionale
Belga e ultima prestigiosa tappa a Vienna al Musikverein. L’idea di base è
sensibilizzare sul tema del genocidio armeno attraverso musicisti di fama
mondiale, le cui parole attirano l’attenzione di milioni di persone e dei mass
media. La musica diventa, quindi, sia ambasciatrice di pace sia strumento per
evitare l’oblio del genocidio.
Il
programma è per molti aspetti tradizionale proprio al fine di attirare il
grande pubblico. Inoltre, anche se la musica armena, sia sacra sia profana, ha
una tradizione millenaria, è poco conosciuta a ragione del genocidio e del
tentativo di fare obliare la cultura del popolo armeno.
Harding
ha diretto il Concerto n. 3 in Do minore op. 37 per pianoforte e orchestra di
Ludwig Van Beethoven con Taverna come solista. E’ pagina notissima. Eseguita
con Beethoven al pianoforte il 5 aprile 1803 a Vienna (direttore J. von
Seyfried), il Concerto venne pubblicato l'anno dopo, incontrando un successo
che ne ha fatto per tutto l'Ottocento il concerto pianistico beethoveniano più
eseguito. Harding e Taverna hanno posto un’enfasi particolare nel passaggio dal
primo drammatico movimento in Do al secondo in Mi per dare un’atmosfera lirica,
quasi tenera, prima della sezione in Sol in cui il pianista dialoga con
l’orchestra (specialmente i fiati) tramite una serie di virtuosi arabeschi.
Grande successo, Taverna ha risposto positivamente al pubblico che chiedeva un
bis.
Nella
seconda parte del programma la Sinfonia in Sol maggiore n. 8 di Antonín Dvorák considerata,
il picco degli scritti sinfonici del compositore boemo. Harding ed i
Filarmonici della Scala hanno espresso in modo eccellente la meraviglia
dell’uomo di fronte alla natura.
Un
compositore armeno (anche se classificato sovietico-armeno) Aram Khachaturian
ha concluso la serata con un travolgente Waltz in cui accordi
fragorosi al limite della dissonanza e tocchi più lievi si susseguono.
Khachaturian è conosciuto dal grande pubblico soprattutto per la "Danza
delle spade", ma è autore anche di vari brani classici utilizzati
talvolta nelle colonne sonore di alcuni film per la loro comunicativa immediata
e passionale. e composta da Khachaturian per alcune musiche di scena. Dieci
minuti di ovazioni.
© Riproduzione Riservata.
Nessun commento:
Posta un commento