È il momento del teatro “ecologico”. Alla Biennale Musica di Venezia
debutta Chemical Free (?), opera di Nicola Sani sul rapporto fra suoni e
chimica
Scritto da
Giuseppe Pennisi | domenica,
27 settembre 2015 ·
0
Roberto Fabbriciani al Flauto Iperbasso
Non solo
CO2 di
Giorgio Battistelli, presentato
alla Scala in occasione dell’Expo. Il teatro in musica “ecologico” diventa una
vera e propria scuola. Il 5 ottobre alla
Biennale Musica di Venezia
viene presentato
Chemical Free (?) di
Nicola Sani,
compositore e Sovrintendente del Teatro Comunale di Bologna: un’opera (di circa
un‘ora) che porta all’attenzione del pubblico l’impiego spesso mistificatorio
della definizione “chemical free”. Tutta la materia è costituita di atomi e
molecole, quindi è chimica. Chemical Free (?) mette in evidenza il rapporto tra
la metamorfosi dei suoni e la reattività chimica. L’opera si sviluppa in tre
movimenti, ognuno caratterizzato da uno dei tre strumenti protagonisti. Da
C’è
tanto spazio là in fondo (Richard Feynman), per contrabbasso, a
No
Landscape (Mark Rothko), per pianoforte, fino a
More is different
(Philip Warren Anderson), per flauto iperbasso.
I tre solisti occupano altrettante posizioni. I tre strumenti sono utilizzati
come “generatori di suoni”, con tecniche esecutive di elaborazione in tempo
reale e di spazializzazione del suono. Realizzata da David Ryan, la parte video
è proiettata su un schermo sul fondo del palco. Il rapporto tra suono e
immagine determina un’unica forma di drammaturgia sonora che “racconta” il
viaggio delle strutture molecolari, le metamorfosi e le migrazioni dal mondo
dell’endo e del nano alla nostra macroscopica realtà quotidiana.
- Giuseppe Pennisi
Nessun commento:
Posta un commento