sabato 5 settembre 2015

Dante 2021. La comunicazione: dalla denuncia della corruzione all’invettiva in Tempi 5 settembre



Dante 2021. La comunicazione: dalla denuncia della corruzione all’invettiva
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settembre 5, 2015 Giuseppe Pennisi
A Ravenna un festival si sussegue ad un altro tanto che un pubblico fidelizzato che la considera la “Salisburgo dell’Adriatico”.
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Nato nel 1990 per iniziativa di enti e imprese locali, Ravenna Festival è una success story, diventata una delle manifestazioni musicali più importanti in Europa. L’edizione estiva si estende, come suggerisce lo slogan, dando vita al “festival che dura tutto l’anno”. Infatti, in inverno e primavera è preceduto da una ricca stagione di lirica e prosa, mentre in autunno è prevista una trilogia (tre opere o balletti a tema messi in scena in tre fine settimana, al fine di facilitarne la fruizione).
Un saggio pubblicato sulla rivista Territori di Cultura del Centro Inter-Universitario sui Beni Culturali di Ravello mostra come l’integrazione tra i circuiti museali, i luoghi archeologici e le manifestazioni del festival (con la stagione lirica e di prosa e la trilogia autunnale) sia diventata un’importante leva per lo sviluppo economico di Ravenna, che ha acquisito un crescente pubblico anche straniero. Il festival estivo ha la caratteristica di essere a tema, multidisciplinare e con prime esecuzioni mondiali, spesso in coproduzione tra più istituzioni per promuovere anche la circuitazione. Quest’anno diventa pluriennale. Dedicato a Dante Alighieri, nei 750 anni dalla nascita, darà inizio a un percorso, della durata di sette anni, con scansione biennale, che si concluderà nel 2021, settimo centenario della morte del poeta, avvenuta a Ravenna. Tappe di questo percorso sono altrettanti lavori e progetti commissionati dal festival ad artisti che operano nei diversi linguaggi della creazione contemporanea, assecondando la natura multidisciplinare della manifestazione.
L’obiettivo principale è quello di mettere in evidenza l’attualità vivificante dei capolavori danteschi, in primis la Commedia, un’inesauribile fonte d’ispirazione in cui è forse depositato anche il segreto della nostra modernità. Se spesso, infatti, ci si limita a consegnare Dante alle pagine di specialisti e studiosi che a volte ne possono neutralizzare la valenza e la potente volontà rigeneratrice, l’approccio che adotta il festival è quello di vedere Dante come poeta del futuro. All’inizio dell’estate, Tempi ne ha parlato.
Tra pochi giorni inizia DANTE2021, manifestazione promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna con la direzione scientifica dell’Accademia della Crusca, giunge alla sua quinta edizione continuando il percorso che mira alle celebrazioni per il settimo centenario della morte di Dante Alighieri. Il ricco programma dell’edizione 2015 che si svolgerà dal 16 al 20 settembre – gli appuntamenti sono ad ingresso libero – i accompagna gli “amatori” della poesia dantesca ai limiti della ricerca storica, linguistica, letteraria proiettando le nuove acquisizioni nel futuro. La scelta del motto di quest’anno, «come piante novelle rinovellate di novella fronda» (Purgatorio XXXIII, vv. 143-44) sottolinea proprio questo sforzo, così inerente alla scrittura e al progetto poetico e morale dantesco: storia e contemporaneità prendono luce dal futuro e collocano il lettore comune e lo studioso, in una prospettiva che progressivamente si rinnova.
Due sono gli aspetti che quest’anno saranno in particolare sviluppati: il valore di Dante come “ambasciatore” della cultura e della lingua italiana: all’estero (con testimonianze dirette da Marocco, Tunisia, Giordania e Giappone) e anche in “territori” nostrani ma apparentemente lontani, come la musica di oggi (Francesco Bianconi dei Baustelle); l’interazione tra discipline artistiche diverse: esemplare la collaborazione tra Mimmo Paladino e Alessandro Haber sotto il segno degli scritti danteschi di Jorge Luis Borges, per un lavoro commissionato dal Festival che sarà presentato in prima assoluta. Massimo Cacciari e Carlo Ossola ci additeranno radici comuni e nuovi slanci che da Dante promanano, in un “drammatico”, cioè inarrestabile, dialogo che riguarda l’umanità in ognuno di noi, mentre il confronto tra Ferruccio de Bortoli e Antonio Patuelli dai loro rilevati punti di osservazione (giornalismo ed economia) aggancia ancora una volta la critica sociale di Dante, e dei suoi tempi lontani, alla riflessione e alla perpetua necessità di azione morale. La fine arte interpretativa di Virginio Gazzolo porterà in scena un testo poco noto, potenzialmente dantesco, “attribuibile” (secondo la dizione di Gianfranco Contini) a Dante: Il fiore: un altro e così diverso viaggio molto prima della Commedia.
“Dante2021 si conferma quindi – come sottolinea il direttore artistico Domenico De Martino – ‘festival in movimento’, indirizzato verso le celebrazioni del VII centenario della morte dell’Alighieri ma, per sua natura, sempre in gioco e continuamente, come dicevamo accompagnandoci a Dante, propositivo di approfondimenti e di «novelle fronde».
Di particolare interesse per il mondo dei  media, il confronto, del 18 settembre, tra Ferruccio de Bortoli, per molti anni direttore del Corriere della Sera, e Antonio Patuelli, Presidente dell’Associazione Bancaria Italiana, si confronteranno, portando anche il contributo di una intensa visione dell’oggi, colta da significativi e diversi punti di osservazione, sul tema “La comunicazione nella commedia: dalla denuncia della corruzione all’invettiva”.


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