giovedì 19 maggio 2011

Rapporto C.E.R: nostalgia e vecchi merletti Il Velino 20 maggio

ECO - Rapporto C.E.R: nostalgia e vecchi merletti
Roma, 19 mag (Il Velino) - Il rapporto del Centro Europa Ricerche (CER) è stato presentato, in versione preliminare, il 18 maggio in uno dei saloni della Rappresentanza a Roma della Commissione Europea. Relatori di lignaggio e parterre delle grandi occasioni, con la sala straboccante negli adiacenti corridoi. Ma lasciamo tutto ciò alle cronache mondane o della intellighenzia. Sarebbe forse più appropriato dire dell’intellighenzia del tempo che fu, dei primi “modellacci” (si chiamavano proprio così) che portarono cultura macro-econometrica in Italia quando si utilizzava ancora un lessico strano su convergenze parallele che avrebbero portato al centro sinistra degli Anni Sessanta. Da allora molta acqua è passata sotto i ponti del Tevere.

Il rapporto è, per molti aspetti, ineccepibile: tratta principalmente della crisi finanziaria globale e delle sue implicazioni sul progetto di integrazione europea. Mette attentamente in risalto in termini quantitativi quanto anticipato venti anni fa da Hyman Minsky: l’efficienza media del capitale è diminuita, c’è stata una re distribuzione nei prezzi relativi dei fattori, ne risultati penalizzati la produttività fattoriale totale, specialmente negli Stati dell’Europa meridionali, indebitatisi oltre misura a ragione dei bassi tassi d’interesse e della convinzione (errata) che all’interno di un’area monetaria gli squilibri dei conti con l’estero non avessero effetti di rilievo.

A questa analisi-diagnosi (non nuova ma con divisibilissima) seguono proposte che paiono non tenere conto né di alcuni errori di fondo dell’unione monetaria europea (l’accento sulla finanza pubblica e sulla macro-economia e la scarsa attenzione, vero e proprio benign neglect nei confronti dei comportamenti micro-economici di individui, famiglie, imprese, pubbliche amministrazioni. In effetti, la produttività dipende da tale comportamenti più che dalle misure macro-economiche.

Quindi, il rapporto propone maggior coordinamento delle politiche di bilancio ed un rilancio di politiche europee di investimento tramite Eurobonds (quale che ne sia la foggia e la guisa). Un ricetta simile a quella formulata da Xavier Ortoli e da Tommaso Padoa-Schioppa (allora direttore generale agli affari economici alla Commissione Europa) nel 1980.

Non ci si accorge o quasi che , anche ammesso che i 27 siano pronti a “coordinare” maggiormente le politiche di bilancio, ciò non avrebbe alcun effetto sul nodo centrale: la produttività. Ci sono modi e maniere per affrontarlo: la nostalgia di quando si era giovani ed i vecchi merletti non sono di grande aiuto.

Tanto più che la costruzione europea pare a pezzi: c’è chi sospende unilateralmente il Trattato di Schengen sulla libertà di circolazione, nessuno osserva quello di Maastricht ed il “patto di stabilità” e via discorrendo. Meglio dedicare tempo ed energie a tirarsi fuori dal pasticcio che pensare di essere ancora ai “gloriosi” Anni Sessanta.
(Giuseppe Pennisi) 19 mag 2011 19:06
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