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AND THE PAPER IS...
E' LA FELICITA' L'ALTRA LEVA NASCOSTA PER LO SVILUPPO
L'"economia della felicità" è uscita dalle torri eburnee degli economisti-filosofi alla ricerca di alternative o integrazioni alla contabilità economica nazionale. In Italia, è stata appena insediata una commissione Cnel-Istat per definire indicatori quantitativi con cui arricchire quelli del prodotto interno lordo e del reddito nazionale. Altrove sono in corso indagini quantitative puntuali.
Nell'ultimo numero dell'autorevole rivista Kyklos (Vol.64, N.2, pp.178-192, 2011), Chait Guven, della Deakin University, si chiede se una popolazione "felice" sia anche "migliore" sotto il profilo della partecipazione alla costruzione della ricchezza di una nazione. Utilizza l'analisi statistica socio-economica sulle interpretazioni di cosa è benessere condotta da anni in Germania su un campione di 15.000 persone. La conclusione è che chi è "felice" contribuisce più degli altri a quel "capitale sociale" considerato dalla nuova economia del benessere come la principale leva per lo sviluppo. Non solo, l'ottimismo risulta, statisticamente, essere il nesso tra felicità dei singoli e dotazione di capitale sociale della collettività. I risultati sono "robusti" e tengono conto della stima del livello iniziale di capitale sociale, un campione a random, varie misure di capitale sociale e stime di derivazione alternative. Quindi, guademus! (Giuseppe Pennisi)
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