venerdì 27 maggio 2011

La battaglia di Legnano entra nel Novecento Milano Finanza 27 maggio

InScena
La battaglia di Legnano entra nel Novecento
di Giuseppe Pennisi


La Battaglia di Legnano è l'unica opera risorgimentale di Verdi, composta per il Teatro Argentina di Roma quando si preparava la nascita della breve Repubblica del 1849. Allora fu un grande successo ma sparì dai palcoscenici pochi anni dopo. Venne rilanciata alla Scala nel 1961 in occasione del centenario dell'unità d'Italia e riproposta a Roma del 1983.
Il lavoro ruota su temi che Verdi sentiva poco: il consueto triangolo amoroso è inserito in enfatiche scene corali. In concomitanza con i 150 dalla proclamazione del Regno d'Italia, viene messa in scena a Roma (in collaborazione con Barcellona), a Milano e a Parma. L'edizione romana (in scena fino al 31 maggio) ne fa uno spettacolo di rilievo, nonostante la debolezza di libretto e spartito. In gran misura il merito va alla serrata direzione musicale di Pinchas Steinberg e alla misurata gestione del coro da parte di Roberto Gabbiani. Tra le voci spicca lo straordinario giovanissimo tenore lirico coreano Yonghoon Lee, mentre Tatiana Serjan conferma le sue doti di soprano drammatico. Di livello Luca Salsi e Dmitry Beloselsky. Risulta interessante la controversa regia di Ruggero Cappuccio (le scene e i costumi sono di Carlo Savi). Al posto delle consuete iconografie risorgimentali o medioevali, l'azione è situata in un museo in restauro in un imprecisato Novecento. Un tocco di irrealtà che fa quasi dimenticare l'astruso libretto, ma che non piace a chi si aspetta stendardi e castelli di carta. (riproduzione riservata)

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