ECO - L'importanza del lungo termine
Roma, 31 mar (Il Velino) - C’è un nesso più forte di quanto non sembri tra il bel saggio di Federico Eichberg e Angelo Mellone “Il domani appartiene al Noi” (Rubettino Editore) e il seminario a porte chiuse organizzato dalla Cassa Depositi e Prestiti e dalla Fondazione Astrid il 30 marzo sul finanziamento degli investimenti a lungo termine. Ambedue, con occhiali e prospettive differenti, guardano non al breve periodo (il “presentismo” del saggio di Eichberg e Mellone) ma a un arco di tempo che coinvolge necessariamente anche le generazioni future. È quanto ci sprona a fare la stessa Unione Europa (Ue) nel nuovo “patto per l’euro” pur se questo aspetto non è stato notato dalla stampa quotidiana d’informazione. Il “patto”, da un lato, contiene obiettivi vincolanti per il 2012-2015 in termini di rientro dall’indebitamento annuale e di riduzione dello stock di debito pubblico e propone, come è tecnicamente appropriato, “targets” – ossia traguardi specifici annuali. Da un altro, però, riguarda riforme a lungo termine: per le pensioni (al fine di renderle più eque per i giovani di oggi), per il mercato del lavoro (al fine di ridurre e se possibile eliminare barriere che ostacolano principalmente le nuove leve alla ricerca di un impiego), per il welfare (per non avere più lavoratori iper-tutelati accanto a lavoratori che non hanno alcuna protezione), per la famiglia (al fine di contenere il fenomeno dell’invecchiamento della popolazione , il maggiore vincolo alla crescita nell’UE.
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Questa attenzione al lungo periodo, essenziale per le politiche, diventa indispensabile per gli investimenti in infrastruttura. Possiamo seriamente pensare a grandi rete europee se non teniamo conto che i costi graveranno inevitabilmente sulle generazioni attuali mentre i benefici saranno principalmente per quelle future. Ciò comporta una riflessione che in Italia, ed in numerosi Stati dell’UE, non si è fatta sui parametri di valutazione e sui criteri di scelta: quelli applicati ancora oggi sono stati costruiti trenta anni fa quando i problemi di politica economica riguardavano specialmente il breve e medio termine . Il loro aggiornamento ha un contenuto tecnico poiché si confrontano almeno due scuole di analisi economica. E’, però, un tecnicismo che ha pesanti implicazioni di politica economica. Dunque, come avvenne negli Anni Ottanta, sarebbe auspicabile che gli esiti del dibattito tecnico venissero portati al Cipe , o al Gabinetto (come è stato fatto negli Stati Uniti, dove si è anche prevista una discussione in Congresso).
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Spesso Governo e Parlamento, assillati dalle continue emergenze quotidiane, non danno a queste tematiche l’importanza che esse meritano, senza riflettere che – come afferma a tutto tondo il comunicato dei Capi di Stato e di Governo dell’UE al termine del vertice del 24-25 marzo – se la soluzione dei problemi di breve periodo non viene inserita in una prospettiva di lungo termine è, quasi sempre, destinata a fallire.
(Giuseppe Pennisi) 31 mar 2011 12:41
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