Don Giovanni ha origini
panamensi e voce vellutata
A Bologna fino al 13 marzo è in scena un allestimento del
mozartiano Don Giovanni che ha debuttato nel piccolo
Teatro Lauro Rossi di Macerata nel 2009 ed è stato replicato
per due sere ad Ancona nel 2010. È dunque la prima
volta che la concezione atemporale di Pierluigi Pizzi,
basata più sull’inganno che sulla seduzione, affronta un
grande teatro e un grande palcoscenico. Il gioco funziona
bene anche perché l’azione scenica è stata progressivamente
affinata:
parte del
cast, in questi
tre anni, non
è mutato. Un
apporto importante
viene
da Tamás
Pál, un direttore
d’orchestra ungherese molto avvezzo a Mozart. Al
pari di pochi altri concertatori (per esempio Gustav
Kuhn) ha anche notevole esperienza di regie teatrali.
Quindi la buca d’orchestra lavora di piena intesa con
il palcoscenico, mentre a Macerata ci sono state sfasature.
Tamás Pál convince di più di Riccardo Frizza
con cui debuttò la produzione. L’allestimento richiede
cantanti in grado di recitare e di danzare. Spicca su
tutti Nmon Ford, un giovane baritono afro-americano
d’origine panamense con voce vellutata, molto attraente
e di grande presenza scenica. È un Don Giovanni che
inganna a freddo, quasi senza passione. Di grande livello
il gruppo femminile, specialmente Carmela Remigio,
ma anche Anna Corvino e Manuela Bisceglie. Buoni
l’esperto Andrea Concetti (Leporello), il giovane tenore
lirico argentino Juan Francisco Gatell (Don Ottavio)
e il resto della compagnia. Lo spettacolo rappresenta
un’ulteriore prova che con il tempo i buoni spettacoli
migliorano. (riproduzione riservata)
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