sabato 26 marzo 2011

Giulio Cesare in Egitto, l'opera diventa colossale Milano Finanza 26 marzo

Giulio Cesare in Egitto, l'opera diventa colossale
Non sono sempre le grandi fondazioni liriche a offrire gli spettacoli più complessi. La messa in scena di Giulio Cesare in Egitto di Georg Friedrich Händel coinvolge otto ruoli principali (di cui due scritti per castrati), undici cambiamenti di scena, quattro ore di musica. I teatri di Ferrara, Ravenna e Modena si sono coalizzati per produrre un'edizione in scena in Emilia-Romagna fino al 10 aprile e successivamente a Brema, al Festival händeliano di Halle e all'opera nazionale di Poznam.
L'opera non è integrale ma filologica: si sono tagliate parti non essenziali ma ci si è affidati, per la parte musicale, a Ottavio Dantone e all'Accademia Bizantina che utilizza strumenti il più possibile simili a quelli d'epoca. I due castrati sono stati sostituiti da un contralto, ossia Sonia Prina nei panni di Cesare e da un controtenore, Paolo Lopez in quelli di Sesto. Maria Grazia Schiavo è l'affascinante Cleopatra, José Maria Lo Monaco la triste Cornelia, Riccardo Novaro e Filippo Mineccia i due malvagi (Achilla e Tolomeo). La complessa vicenda di intrighi politico-amorosi viene portata in epoca di guerre coloniali di fine Ottocento, mentre Händel pensava alle vicende in corso a Londra tra Whigs e Tories nel XVIII secolo. Funziona bene la prima parte mentre la seconda è troppo cruda nelle scene di battaglia e prigione rispetto alla trasparente armonia dell'orchestra e alla curata emissione delle voci. (riproduzione riservata)

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