sabato 12 marzo 2011

“DEATH IN VENICE” PORTA LUCE SUL PALCO DELLA SCALA in Milano Finanza 12 marzo

“DEATH IN VENICE” PORTA LUCE SUL PALCO DELLA SCALA
Giuseppe Pennisi
E’ arrivata tardi a Milano (dove è in scena sino al 19 marzo), l’ultima opera di Benjamin Britten, “Death in Venice” del 1973 , tratta dalla novella di Thomas Mann che ispirò anche Luchino Visconti. L’opera ebbe un enorme successo 38 anni fa; nel 1973-74 venne rappresentata in 15 Paesi; è considerata uno dei capolavori del Novecento. In Italia si è vista a Venezia, a Genova ed a Firenze. Richiede un organico orchestrale ridotto (con eccezione delle percussioni), due protagonisti (un tenore ed un baritono-basso) quasi sempre in scena, ma anche un contro tenore e circa 40 solisti tra cantanti e ballerini in ruoli secondari. L’attesa è stata ripagata da uno spettacolo, in co-produzione con l’English National Opera, ENO (dove è in repertorio) e La Monnaie di Bruxelles, visti negli ultimi anni.
Mentre Visconti poneva l’accento sul tema dell’attrazione erotica di un anziano scrittore tedesco per un adolescente polacco (ambedue in vacanza al Lido), Britten, cattolico praticante e consapevole di avere una grave malattia, analizza, in due atti e 17 scene, il rimorso per ciò che non si è fatto, il rimpianto della giovinezza, la bellezza perduta, l’angoscia per cosa si troverà dopo la morte. In una Venezia in cui il centro storico è sciroccoso e maleodorante mentre al Lido risplende un sole abbagliante. L’efficace regia di Deborah Warner, le belle scene di Tom Pye, gli accurati costumi di Clohe Obolenski, la dilatata e struggente direzione musicale di Edward Gardner e gli ottimi interpreti – su tutti spicca John Graham-Hall – rendono a pieno le sfumature del lavoro.

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