lunedì 1 ottobre 2007

LA SCUOLA CHE FA NOTIZIA CASSATA DALLA FINANZIARIA

Strano destino quello di chi si dichiara di sinistra e sposa le tesi più reazionarie pur avendo, a portata di mano, uno strumento efficace per promuovere la mobilità sociale. La finanziaria 2008 mostra a tutto tondo questa contraddizione. Sino all’ultimo momento, le “sinistra radicale” (ma che è, al contrario, profondamente reazionaria) ha insistito per abbassare (in controtendenza con il resto del mondo) l’età del pensionamento obbligatorio dei dipendenti pubblici, dei professori e dei magistrati nonché per aumentare la tassazione per chi colloca il proprio risparmio in titoli (di solito famiglie del ceto medio). Non ha spezzato una lancia perché finanziaria e collegati includessero la parte essenziale del “Quaderno Bianco sulla Scuola”, firmato da Tomaso Padoa Schioppa e da Giuseppe Fioroni e presentato da Romano Prodi in persona all’auditorium dell’Acquario di Roma il 21 settembre.
Nelle diagnosi del “Quaderno” si sottolinea, sulla base di analisi quantitative recenti, che l’istruzione ha un proprio, autonomo, effetto di innalzamento dello stato sociale; è la leva di mobilità per i gruppi più svantaggiati. In un contesto in cui nelle coppie, specialmente in quelle che costituiscono famiglie più robuste (e più resistenti alle difficoltà della vita), i partner hanno sempre più istruzione e competenze analoghe; l’aumento del livello di scolarità e della sua qualità possono costituire un importante veicolo di mobilità sociale. Lo costituiscono specialmente per le donne, spesso discriminate nel mercato del lavoro se non hanno un’istruzione davvero di qualità. Quasi in parallelo con la pubblicazione del “Quaderno” , un lavoro delle Università di Georgetown e della Pennsylvania Sources of Lifetime InequalityNBER Working Paper No. W13224 confermava che se le disparità di opportunità non vengono rimosse prima che si arrivi ai 20 anni di età (dunque, in gran misura grazie alla scuola), restano per tutta la vita e spesso si aggravano.
Il “Quaderno”, il cui testo integrale si può leggere sul sito www.istruzione.it, conferma l’esigenza di proseguire il percorso avviato per rafforzare l’autonomia degli istituti nel quadro di un contesto generale in cui lo Stato definisce gli indirizzi generali ed il livello minimo di prestazioni. Il documento pone l’accento su come ottimizzare la risorsa più importante: gli insegnanti- A tal fine, per la prima volta in Italia, viene costruito un modello per prevedere e programmare a medio-lungo termine il fabbisogno territoriale di insegnanti e di organici (anche alla luce di modifiche di politiche del settore o di politiche alternative, a secondo dell’orientamento politico della maggioranza di governo); è un modello sia di previsione sia di simulazione, superiore a quelli utilizzati in molti Paesi Ocse. Il documento propone un disegno operativo per proseguire la costruzione di un sistema nazionale di valutazione degli apprendimenti da parte degli studenti, nonché dell’efficienza e dell’efficacia di ogni singola scuola. Avanza proposte puntuali in materia di formazione iniziale e reclutamento, incentivazione, assegnazione degli insegnanti alle scuole e formazione permanente in servizio. Offre raccomandazioni specifiche (e coerenti con l’impianto generale del documento) per l’azione aggiuntiva (per 3,6 miliardi di euro) da svolgere, con il supporto comunitario, nel Mezzogiorno nel periodo 2207-2013.
Ad una prima lettura della finanziaria pare che molto poco di queste idee sia confluito nel ddl. La scuola sembra una grande assente dalla strategia di politica economica. Ai lettori de Il Tempo promettiamo di essere vigili e di sottolineare contraddizioni e disfunzioni di chi si dice per i deboli ma in essenza tutela varie caste.

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