venerdì 5 ottobre 2007

LA BCE NON TOCCA IL COSTO DEL DENARO

Il Consiglio Direttivo della Banca Centrale Europea (Bce), riunito a Vienna, ed il Comitato Monetario della Bank of England (Boe), in sessione a Londra, hanno deciso di non decidere: all’uno ed all’altro veniva tirata la giacca da chi voleva una leggera riduzione dei tassi e da chi insisteva per un piccolo aumento. Pilatescamente si sono: lavati la mani e mantenuto i tassi dove stanno, aspettando di saperne in materia di di tensioni sui mercati e di focolai inflazionistici.
Mentre le prime hanno ricevuto molta attenzione (a ragione della crisi dei prodotti strutturati con mutui inesigibili), poco si parla del mutamento strutturale in corso: se le tendenze degli ultimi 20 anni continueranno nel 2040 il pil della Cina sarà pari a tre volte la produzione mondiale di beni e servizi del 2000. Ogni anno 35 milioni di cinesi raggiungono un livello di vita analogo a quello degli europei. Ciò esercita forte pressioni sui prezzi. L’indice delle materie prime dell’Economist è cresciuto, negli ultimi 12 mesi, del 26%; quello dei prodotti alimentari del 45%. Negli ultimi cinque anni, in dollari Usa, i prezzi del petrolio sono aumentati del 158%, quelli del frumento del 126%, quelli del nickel addirittura del 415%. Ciò influisce sui prezzi all’ingrosso ed al consumo.
Al tempo stesso, è in atto un marcato rallentamento della crescita Usa (alcuni parlano di una recessione nel primo semestre del 2008) che si riverbera su quella europea. Mentre il timore dell’inflazione dovrebbe indurre la Bce a riprendere la strada del rialzo graduale dei tassi ( per l’obbligo statutario di tenere l’inflazione al di sotto del 2% l’anno), il rallentamento della crescita spingerebbe ad una politica monetaria più accomodante. E’soltanto in ossequio alla “freccia del tempo” (termine che nel lessico economico vuole dire aspettare per avere maggiori e migliori informazioni) che Jean-Claude Trichet (Presidente Bce) e Mervyn King (Governatore Boe) hanno tenuto immutati i tassi?
Agli elementi di “attendismo tecnico” occorre aggiungere determinanti politiche. King non controlla il Comitato Monetario Beo tanto quanto Trichet pilota il Consiglio Bce. Due dei 9 componenti sono di pura nomina politica; costoro ed altri non hanno gradito la gaffe fatta da King alcune settimane fa (dure critiche pubbliche alla Bce per gli interventi sul mercato, seguite da passi analoghi della Boe a pochi giorni di distanza).
Trichet; non gradisce affatto gli attacchi del Presidente francese Sarkozy alla Bce ed ha stretto un’alleanza di ferro con il Presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, in nome dell’autonomia delle banche centrali. Accanto a sempre più serrata collaborazione, una gentilezza all’americano (ed ai suoi emissari a Francoforte): la Fed non fa mistero che vorrebbe un ulteriore avvicinamento tra tassi europei e Usa (anche per incidere sui cambi) e la Bce in prima fila nel riassetto dei mercati finanziari e della lotta all’inflazione. Una cortesia non si nega se è anche un dispetto a Sarko.

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