I sessant’anni di Michele Dall’Ongaro
L'articolo di Giuseppe Pennisi
La celebrazione dei sessanta anni di Michele Dall’Ongaro
è stata al segno dell’eleganza, tratto delle sue composizioni, nonché
della riservatezza che ha sempre contraddistinto il suo carattere, anche
in momenti tragici (come la perdita, poco più di due anni fa del suo
amatissimo figlio Gugliemo).Nulla di analogo a quanto organizzò, per i propri sessanta anni, Gustav Kuhn, una cena per circa trecento persone in un tendone di fronte al suo teatro di Erl in Tirolo dove aveva appena concluso, con Il Crepuscolo degli Dei, l’esecuzione, in quattro sere, della tetralogia wagneriana. Per Kuhn i festeggiamenti si protrassero sino all’alba, con un lauto menù e litri su litri di prosecchi locali e birra. Per Dall’Ongaro, la celebrazione è stata intima. Il 9 dicembre, nella piccola ma preziosa sala rossa del Macro (non nei saloni del Parco della Musica come, nella sua veste di presidente dell’Accademia di Santa Cecilia, avrebbe potuto chiedere), un dialogo con Sandro Cappelletto sulla sua vita e sulle sue varie esperienze professionali, ed un concerto di musiche sue e di persone a lui care eseguito dall’Ensemble Ex Novo – i suoi veri amici erano tutti presenti (tranne quelli impediti da impegni di lavoro). Mancava – come ha acutamente notato Pietro Acquafredda nel suo blog – Mario Bortolotto che, su invito di Nuova Consonanza, e a nome e per conto del mondo musicale, avrebbe potuto tessere una laudatio, la più degna del festeggiato, avendola già abbozzata anni fa, in occasione di una Biennale veneziana, sulle pagine del il Foglio - forse era quando il grande compositore, allora dirigente Rai, compiva cinquant’anni o quando assumeva la Presidenza dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia.
Il concerto è iniziato con Dedica per clarinetto, violoncello e pianoforte del ‘suo maestro’ Aldo Clementi, una composizione di geometrie raffinata. Sono, poi, seguiti due brevi brani di Dall’Ongaro: Mise en abyme per flauto, clarinetto, percussioni , pianoforte, violino e violoncello e Zero per flauto, clarinetto, violino, violoncello e pianoforte. È seguito un breve brano calligrafico di Francesco Pennisi: duettino augurale nel segno della bilancia per flauto e violino. Ancora bue brevi brani di Dall’Ongaro: Danni collaterali per violoncello e piccolo ensemble e due canzoni siciliane per violoncello e pianoforte (un omaggio a sua madre, siciliana). Indi, la musica leggera (per flauto, viola, violoncello e tamburino di Luciano Berio). Infine due lavori recentissimi, in prima assoluta, di Dall’Ongaro: spin off per flauto, clarinetto, violino, viola, violoncello e pianoforte e una berceuse per violoncello e pianoforte per la sua nipotina Rebecca.
In breve, un vero ritratto musicale di Dall’Ongaro compositore. Comporre è solo una parte della sua personalità.
Diplomato in composizione al Conservatorio di Santa Cecilia si è perfezionato sotto la guida di Aldo Clementi. Nel 1978 è tra i fondatori dell’ensemble Spettro Sonoro gruppo italiano dedito alla promozione e l’esecuzione della nuova musica, collaborando come interprete alla realizzazione di prime assolute e prime italiane di autori come Cage, Stockhausen, Evangelisti, Clementi, Scelsi fino ai più giovani. Sempre con Spettro Sonoro è tra gli interpreti della prima esecuzione integrale dell’opera musicale di F. Nietzsche (1979, Teatro Argentina, Auditorium della Rai di Roma). Dal 1980 collabora per alcuni anni come pianista con l’Orchestra Sinfonica della Raidi Roma e del Teatro dell’Opera di Roma. Ha realizzato alcuni programmi televisivi dedicati alla musica moderna e contemporanea (Che musica è?, 1979; Ritratto di Barbara Giuranna, 1996, Raitre). Dal 1985 ha iniziato la collaborazione con Radio2 proseguendo, dal 1990, su Radio3. Ha insegnato per 21 anni al Conservatorio “A. Casella” de l’Aquila e “L. Perosi” di Campobasso, nonché per circa dieci anni ha insegnato alla Scuola Popolare di Musica a Testaccio di cui è stato socio fondatore.
Le sue composizioni, presentate in Italia, Messico, Cina, Giappone, Stati Uniti, Paesi Bassi, Francia, Germania, Svizzera, sono state eseguite da interpreti come Lü Jia, Pierre . Yves Artuad, Quartetto Arditti, Luisa Castellani, Giuseppe Scotese, l’Ex-Novo Ensemble, Ars-Ludi, Eugenio Colombo, Ciro Scarponi, Emanuele Arciuli, Ensemble Alter Ego, Ensemble L’itinerarie, Ensemble Recherche, Ensemble 2E2M, Roberto Prosseda, Augusto Vismara, Roma Tre Orchestra e programmate nelle principali istituzioni in Italia e all’estero, tra cui l’Accademia di Santa Cecilia, il Teatro dell’Opera di Roma, Biennale di Venezia,l’Accademia Filarmonica Romana, Il Teatro Comunale di Bologna, Il Teatro Massimo di Palermo, Teatro Lirico di Cagliari, il Festival Milano Musica, l’Istituzione Universitaria dei Concerti di Roma, Festival “Di nuovo” di Reggio Emilia, Festival Pontino, Nuova Consonanza, RomaEuropa Festival, Fabbrica Europa, Antidogma, Agon, Musica e scienza, Festival Pontino.
Ha collaborato con Luciano Berio alla riedizione del ciclo di conferenze “C’è musica e musica” Gianni Rodari (Il filo, intermezzo in un atto, 1975), Vittorio Sermonti (melologo Gilda, mia gilda, 2001, La signorina Valerì, 2007), Luca Ronconi (musiche originali per Lisistrata, 1999), Stefano Benni (ciclo conferenze su Fantasia e musica, Bologna, 1998), Michele Serra (Jekyll, radiofilm musicale, 1995, Il Signor Carmine e altri animali, 1996), Alessandro Baricco (City reading, 2003), Ennio Morricone (Una via crucis, cantata per soli, coro, voce recitante, organo e orchestra, 1992, con Egisto Macchi e Antonio Poce), Mario Brunello, Katia e Marielle Labeque (Teatro Palladium di Roma, 2004-2005), Carlo Vecchi (Tartufo di Molière, 2007). Con Claudio e Daniele Abbado ha partecipato alla realizzazione dei video Alexandr Nevskij (Orf, Channel 4) e La casa dei suoni (Sony).
È autore del saggio La musica tra suono e silenzio raccolto nell’Atlante del Novecento (UTET, 3 voll., 2000) a cura di L. Gallino, M. L. Salvadore e G. Vattimo e di La musica liquida del XXI Secolo (Nova, L’Enciclopedia Utet, Scenari del XXI Secolo, 2005). Nel 1986 ha pubblicato l’analisi di tutte le opere di Giacomo Puccini (Pacini Editore, Pisa). Nel 1991 ha ideato e coordinato la pubblicazione della prima raccolta in italiano di saggi analitici dedicati all’opera di Anton Webern (Anton Webern – spunti analitici: interpretazioni e metodologie, Nuova Consonanza, Roma). Dal 1993 al 1999 è stato consulente musicale del RomaEuropa Festival e dal 1996 al 1999 è stato presidente di Nuova Consonanza.
Dal febbraio 1999 al marzo 2001 è stato curatore delle attività permanenti del settore musica della Biennale di Venezia, di cui è diventato poi consulente (2003-2004). È vicepresidente del Centro Tempo Reale, fondato da Luciano Berio. È membro del Direttivo dell’Accademia Filarmonica Romana.
In parallelo, dal 2000 è il dirigente responsabile della programmazione musicale di Rai-Radio3. Si è impegnato come recensore di novità discografiche e di edizioni musicali contemporanee e svolge prevalentemente attività divulgativa per la televisione sui canali della TV digitale terrestre della RAI, in particolare il canale RAI5.
Il 20 febbraio 2015 è stato eletto presidente e sovrintendente dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia di Roma in sostituzione di Bruno Cagli.
È senza dubbio uno dei maggiori compositori ed organizzatori musicali italiani. È stato anche giornalista.
Da giovane era smilzo. Ora è rotondetto. In Giulio Cesare, Shakespeare rammenta che occorre diffidare dei magri ma dar fiducia ai rotondetti, i quali sono tendenzialmente buoni e generosi. Come sanno, gli amici di Michele.
(Foto: Marta Cantarelli)
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