STRENNE NATALIZIE/ Due
concerti speciali e un libro: il regalo di Natale di Santa Cecilia
Per il
Natale, l'Accademia Santa Cecilia ha pensato dei regali particolarissimi. Due
concerti fuori abbonamento, aperti a tutti, e un importante libro storico.
GIUSEPPE PENNISI 19 dicembre 2017 Giuseppe Pennisi
Jonas Kaufmann, foto di Gregor
Hohenberg
L’Accademia
Nazionale di Santa Cecilia ha approntato un regalo di lusso per chi ama la
musica: due concerti fuori abbonamento, uno ‘di gala’, diretti da Antonio
Pannano con una star della lirica in ciascun concerto, e l’uscita di un libro
(pubblicato da Zecchini Editore) che tutti i ‘santa ceciliani ’ – coloro che,
abbonati o meno, affollano il Parco della Musica di Roma quattro sere la
settimana
I due
eccezionali appuntamenti concertistici (20 e 22 dicembre) per gli appassionati
di lirica e non solo, presentano due dei tenori che attualmente trionfano sui
palcoscenici di tutto il mondo: giovani, aitanti ma soprattutto bravissimi, Juan
Diego Flórez e Jonas Kaufmann delizieranno i melomani in due
serate in cui canteranno accompagnati dall’Orchestra dell’Accademia
Nazionale di Santa Cecilia. Il primo è dedicato al bel canto di fine Settecento
e metà Ottocento (da Mozart a Cimarosa, Rossini, Donizetti fino al padre
dell’operetta Jacques Offenbach), il recital del peruviano Juan Diego Flórez.
Tenore di agilità, specialista di quei virtuosismi vocali che abbelliscono la
melodia con fioriture e variazioni – Flórez è presente nei templi della musica
lirica, dalla Scala al Covent Garden, dall’Opéra di Parigi al Metropolitan di
New York. Il concerto ceciliano sarà un’antologia di alcune delle più belle
arie del repertorio operistico come l’aria di Tamino “Dies Bildnis ist
bezaubernd schön” dal Flauto magico di Mozart e “Che
ascolto? ahimè… Ah, come mai non senti” dall’Otello di Rossini per
poi passare alla struggente “Ô Dieu, de quelle ivresse” da
Les contes d'Hoffmann: di Offenbach o alla commovente “Che
gelida manina” da La Bohème di Giacomo Puccini – alternate a
interventi del Coro di Santa Cecilia che canterà tra gli
altri “Va pensiero” dal Nabucco di Verdi.
Nel secondo
concerto Jonas Kaufmann canterà alcuni lieder di Strauss interpretando
- per la prima volta - gli ultimi quattro, Vier letzte Lieder, tratti da
scritti del poeta romantico Joseph von Eichendorff e da poesie di Hermann Hesse
che ispirarono a Strauss la sublime ultima riflessione in musica sulla caducità
dell’esistenza umana e costituiscono un commosso addio alla vita. I Vier
letzte Lieder sono stati composti per voce di soprano; è la prima volta –
credo - che vengono cantati da un tenore. Il concerto vedrà l’esecuzione di
altre tra le più belle pagine di Strauss: dal poema sinfonico Till Eulenspiegel,
al valzer dall’opera Der Rosenkavalier. Star internazionale del
repertorio operistico, Kaufmann è noto al pubblico ceciliano che ha avuto modo
di apprezzarlo in diverse occasioni, ultime tra le quali l’Aida, diretta
da Antonio Pappano nel 2015 (incisa per Warner Classics) e l’album - sempre
insieme all’Orchestra di Santa Cecilia - interamente dedicato a Puccini.
Il libro è
una novità assoluta: è la Storia del Conservatorio di Musica Santa Cecilia
di Roma di Domenico Carboni, bibliotecario dal 1976 (850 pp. € 49). Non è
la prima volta che viene scritta la storia dell’Accademia e del Conservatorio.
Tra la fine dell’Ottocento e la seconda guerra mondiale sono apparse varie
monografie (spesso poco più che opuscoli). Nel 1970, è stata pubblicata, edito
dall’Accademia e stampato presso le officine di Mondadori a Verona, una
monumentale Quattro secoli di storia dell’Accademia di Santa Cecilia di
Remo Giazotto, in due volumi di oltre mille pagine. Il certosino lavoro di
Giazotto non solo è ormai datato ma riguarda l’Accademia e non, nello
specifico, il Conservatorio, Inoltre, non si presta a facile lettura,
Il libro di
Carboni ha invece una veste elegante, si legge con facilità, e tratta del
Conservatorio che a Roma poté nascere solo dopo la breccia di Porta Pia. I
primi capitoli riassumono il percorso delle scuole musicali a Roma verso il
Liceo, finalmente istituito nel 1877 ed infine la costituzione del
Conservatorio negli anni immediatamente successivi alla prima guerra mondiale.
Successivamente, i capitoli sono dedicati alle ‘ere’ dei vari direttori,
ciascuno dei quali ha dato una propria impronta all’istituzione. Un aspetto importante
che si percepisce dalla lettura del volume è come il Conservatorio ‘Santa
Cecilia’ sia sempre stato una fucina di innovazione che da Roma ha ‘contagiato’
il resto d’Italia. Ciò smentisce il luogo comune secondo il quale l’Accademia
Nazionale ed il Conservatorio siano tradizionalisti plasmati per un pubblico
conservatore.
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lico conservatore.
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