I costi ed i benefici dei regali per Natale e per la Befana
Quanto rende? Agli occhi di un economista, la risposta è semplice se data sotto il profilo macro-economico. In una fase come l’attuale in cui l’Italia sta uscendo flebilmente da una fase di stagnazione qualsiasi elemento che contribuisce all’incremento della domanda aggregata è da considerarsi positivamente. Anche i regali di Natale danno il loro contributo.
Più complessa la risposta sotto il profilo micro-economico, ed in particolare dei costi e dei benefici. Se ne è occupato, credo per la prima volta, Joel Waldfogel nel 1993 che allora insegnava all’economia di Yale. Tutti sappiano che a) prima di Natale chi vende ritocca i listini all’insù e b) ciascuno di noi ha ricevuto e riceve strenne di cui non sa che fare e cerca di riciclare alla prima occasione (altre festività, compleanni, onomastici, nozze e via discorrendo). Waldfogel fece un sondaggio tra i suoi studenti, base per un saggio fondamentale The Christmas Deadweight (Il Peso Morto del Natale). Chi dona ritiene di conoscere perfettamente le preferenze di chi riceve, ma non è così: chi riceve valuta mediamente la strenna tra un decimo ed un terzo in meno di chi la ha acquistata e donata, una ‘perdita da peso morto’ di non poco effetto. La conclusione di Waldfogel: sarebbe meglio donare contante o fare un bonifico.
Alcuni anni dopo John List dell’Università di Chicago e Jason Shogren dell’Università dello Wyoming fecero un esperimento analogo utilizzando, però, il metodo delle aste non un questionario distribuito agli studenti. Nel computo aggiunsero uno stima del ‘valore sentimentale’ al valore di mercato; ad esempio, se uno zio ti regala una medaglia che ha avuto come onorificenza, il valore non è solo il peso di oro e di argento, moltiplicato per il prezzo dell’oro e dell’argento. Anche tenendo conto dei ‘sentimenti’, chi riceve il dono lo valuta tra il 20% ed il 30% di meno di chi lo ha acquistato per regalarlo.
Si potrebbero citare altri autori. Nel 2013, l’argomento fu dibattuto a lungo all’Assemblea Annuale (inizio di gennaio) dell’American Economic Association. L’esito fu che la risposta dipende principalmente da come è posta la domanda. Se le strenne vengono considerati o meno come strumento di crescita dei legami all’interno di una comunità, e quindi di aumento di quello che il Premio Nobel John D. North chiama ‘capitale sociale’. In tale caso, l’analisi dei costi e dei benefici da risultati positivi.
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