Riattivare l’ascensore
Agire sull’occupazione per superare lo
stallo
Nel Rapporto Istat 2017 viene proposto un
metodo innovativo al fine di convogliare l’enorme ricchezza di dati e di
capacità analitica dell’Istituto nella descrizione della società italiana.
L’elemento centrale è la famiglia. È già significativo che l’Italia e la sua
evoluzione vengano letti dal punto di vista dei nuclei familiari, troppo spesso
ignorati. Il rapporto individua nove gruppi di famiglie tramite una pluralità
di dimensioni, non solo economico-finanziarie ma anche culturali e sociali. Non
è un procedimento interamente nuovo; ad esempio, già nel lontano 1944, pur
senza la ricchezza delle statistiche Istat, lo utilizzò il Premio Nobel Gunnar
Myrdal nel volume 'An American Dilemma' che all’epoca suscitò polemiche ma
anche nuove politiche con maggiore attenzione al sociale ed ai diritti civili.
I nove gruppi del Rapporto evidenziano le
differenze economiche e sociali che caratterizzano le principali categorie
delle oltre 25 milioni di famiglie residenti in Italia. È più di una fotografia
della società, dal punto di vista delle famiglie. È una radiografia che
fornisce il quadro della situazione di oggi. Se il metodo verrà applicato, con
perseveranza, nei prossimi anni si potranno fare analisi di statistica
comparata dell’evoluzione sociale che spieghino le dinamiche di questa
evoluzione. Un lavoro difficile, ma non impossibile. Un lavoro, anzi,
necessario perché la radiografia presenta un quadro di forti differenze
economiche e sociali tra i gruppi di famiglie ed indicazioni di scarsa
mobilità: i gruppi nei gradini bassi della piramide sociale non riescono a
salire verso quelli più alti.
L’impressione è che l’ascensore sociale si sia
fermato ai piani bassi e non si sa come rimetterlo il moto. I due principali
grimaldelli, individuati nel documento, sono l’occupazione e l’istruzione. Il
primo è evidente, l’economista britannico Paul Streeten ripeteva: «I poveri
hanno una sola cosa che possono vendere, il loro lavoro ». La crescita
dell’occupazione , dunque, dovrebbe essere l’obiettivo principale di qualsiasi
politica economica che voglia un miglior funzionamento dell’ascensore sociale.
Indiscutibile anche il ruolo dell’istruzione: lo sottolineavano già cinquanta
anni fa il Nobel Gary Becker. Tuttavia, gli studi Pisa dell’Ocse (ed anche il
governatore della Banca d’Italia) hanno sottolineato come da anni i rendimenti
(agli individui) dell’istruzione in Italia si stanno riducendo, diminuendo così
l’efficacia di questa leva. Il tema merita un approfondimento nel prossimo
rapporto.
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