IL CASO/ I teatri di
tradizione salvano le fondazioni liriche
La Scala è
il teatro più caro d’Europa, ma ha perso pubblico pagante. La domanda è elastica
ai prezzi, in una crisi dell’economia reale che dura da cinque anni. GIUSEPPE
PENNISI
03 maggio
2017 Giuseppe Pennisi
Immagine di archivio
Le
fondazioni liriche sono in crisi profonda. A Roma, il 21 aprile, alla prima di Andrea
Chénier orchestrali e maestranze distribuivano foglietti strappa lacrime
sulla mancanza di finanziamenti (e di pubblico). Nonostante circa la metà del
Fondo Unico per lo Spettacolo sia dedicata alle 12 fondazioni lirica ed
all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, e nonostante i piani straordinari di
risanamento straordinari (come la Legge Bray), alcuni grandi teatri sembrano
sempre in crisi. Negli ultimi tre anni la situazione è peggiorata. Alla stessa
Scala si vedono spesso file vuote e l’Opera di Firenze non regge più di tre
repliche per opera (sovente a sala semi-deserta). Un’inchiesta della consorella
Classic Voice mostra che alcune fondazioni hanno risposto aumentando i
prezzi dei biglietti nella convinzione di attirare pubblico scelto anche
dall’estero. Oggi secondo l’inchiesta, La Scala è il teatro più caro d’Europa,
ma ha perso pubblico pagante. La domanda è fortemente elastica ai prezzi,
specialmente in una crisi dell’economia reale che dura da cinque anni.
Molto meglio
i teatri ‘di tradizione’, una teatri, spesso antichi e sovente in città d’arte,
organizzati in ‘circuiti’. Lo stesso spettacolo , replicato tre- quattro volte
per città (almeno una replica è per gli studenti, avviandoli così alla
conoscenza ed all’apprezzamento della lirica, totalizza dalle 20 alle 40 alzate
di sipario, ammortizzando i costi tra più enti. In città relativamente piccole
, inoltre, una serata all’opera è un evento ed il pubblico non manca.
Abbiamo più
volte citato la Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi.Il 20 aprile è stato
approvato un bilancio che si chiude con il segno positivo, per l’undicesimo
anno consecutivo, e senza nessun deficit pregresso.
Nel 2016 gli
eventi organizzati sono stati 194, gli spettatori 44.353, oltre
330 le giornate di apertura per spettacoli eventi prove e allestimenti.
Oltre 14.300 studenti di ogni ordine e grado, dalla scuola dell’infanzia
alla scuola secondaria di II grado, sono stati coinvolti in progetti educativi
o hanno partecipato con la propria classe o la famiglia alle diverse proposte
di spettacolo rivolte ai ragazzi e ai giovani.
In 16 anni
di attività, l’azienda culturale di produzione e servizi per il territorio ha
gestito per 12 mesi ogni anno un’intensa attività artistica e culturale, tra
appuntamenti d’opera, concerti, prosa, teatro ragazzi, danza, circo
contemporaneo, ricerca musicologica, produzione lirica, didattica e formazione,
sperimentazione di nuove tecnologie e realtà aumentata e virtuale nello
spettacolo dal vivo, collaborazione agli eventi promossi da Comuni ed
Associazioni. Intensa l’attività lirica, nella Stagione lirica di Tradizione
del Teatro Pergolesi di Jesi, e nel Pergolesi Spontini Festival, eventi
sostenuti dal Ministero dei Beni delle Attività culturali e del Turismo. Dalla
sua nascita nel 2001 ad oggi, la Fondazione ha gestito un volume d’affari
complessivo di oltre 61 milioni di euro, senza registrare alcuna passività di
bilancio. Un dato che conferma l’oculata gestione delle risorse e la pervicace
ricerca di nuove entrate sui mercati nazionali ed internazionali.
In un
contesto di crisi economico-finanziaria che ha colpito il sistema dello
spettacolo dal vivo in modo generalizzato, il 2016 ha rappresentato per la
Fondazione un anno difficile. Nella gestione del budget 2016, con riferimento
soprattutto alle attività principali in capo alla Fondazione, come il Festival
Pergolesi Spontini e la Stagione Lirica di Tradizione del Teatro Pergolesi, è
apparsa evidente la necessità di rivedere le modalità di progettazione degli
spettacoli: il rispetto di rigorosi criteri hanno spinto l’azienda a ideare
programmi artistici con un numero maggiore di appuntamenti rispetto al passato,
“leggeri” sotto il profilo economico e al tempo stesso salvaguardandone la
qualità artista.
Molti gli
appuntamenti in collaborazione con teatri e festival di livello nazionale ed
internazionale, con un incremento dei ricavi per coproduzioni e la
rilevanza dei ricavi per noleggi allestimenti. Importante la co-produzione di
una prima esecuzione in epoca moderna dell’opera “La scuola de’ gelosi”
di Salieri su 6 piazze (Legnago, Verona, Belluno, Chieti e, nel 2017, Jesi e
Firenze per un totale di 14 recite), che ha visto la Fondazione quale ente
capofila. L’intera operazione ha inteso valorizzare teatri “minori”,
interessati a sperimentare nei propri cartelloni anche un titolo d’opera, con
un allestimento interamente costruito a Jesi presso i Laboratori della
Fondazione Pergolesi Spontini. Fra le coproduzioni va menzionato anche il nuovo
allestimento dell’opera “Adelson e Salvini” con il Teatro Massimo “V.
Bellini” di Catania, Ente Lirico con cui la Fondazione ha attivato nel 2016
diverse collaborazioni tra cui la realizzazione – sempre a Jesi -
dell’allestimento dell’opera “Fedra” di Paisiello con cui si è aperta la
stagione lirica di Catania. Costruite a Jesi, sempre nei Laboratori, le scene
dell’opera “Lucia di Lammermoor” per il Teatro delle Muse di Ancona e
tre allestimenti per Teatri e compagnie di prosa, quali Teatrozeta e Compagnia
Lombardi Tiezzi.
Recenti, tra
l’altro, gli accordi con i Teatri de L’Avana, grazie al quale pochi sarà la
prima opera di Giovanni Battista Pergolesi ad essere rappresentata nella
Repubblica di Cuba; con la Roudaky Foundation di Teheran, tra le principali
istituzioni culturali della Repubblica Iraniana, per coprodurre opera italiana
e formare artisti e maestranze locali; con “Il centro studi per la musica
fiamminga” operante in seno al Conservatorio Reale di Anversa per lo studio, la
revisione critica, eventuali registrazioni e messe in scena di quattro
partiture ritenute scomparse di Gaspare Spontini, eccezionalmente ritrovate lo
scorso giugno nella Biblioteca del Castello d’Ursel in Hingene (Belgio); con il
Palazzetto Bru Zane di Venezia per la messa in scena dell’Olimpie di
Gaspare Spontini nell’edizione realizzata dalla Fondazione Pergolesi Spontini
al Théâtre des Champs-Élysées di Parigi e al Concertgebouw di Amsterdam.
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