EVENTI/ In Italia l'autunno è
la primavera della musica contemporanea
Ogni autunno
la musica contemporanea esce dagli anfratti riservati agli specialisti e si
pone al centro della vita musicale italiana. Ecco tutti gli eventi. di GIUSEPPE
PENNISI 02 novembre 2017 Giuseppe Pennisi
Ennio Morricone, foto di Marta
Cantarelli
Ogni autunno
la musica contemporanea esce dagli anfratti riservati agli specialisti e si
pone al centro della vita musicale italiana. Abbiamo già commentato due opere
che hanno aperto, per così dire le danze, a Jesi (Il Colore del Sole di
Gregoretti) e a Como (Majorana di Roberto Vetrano). Ora è il momento dei
grandi festival, di cui due dedicati al settantesimo compleanno di Salvatore
Sciarrino.
Si è appena
conclusa la rassegna Nuove musiche al Teatro Massimo di Palermo.
Dedicata alla musica contemporanea la rassegna si riconnette idealmente a
quelle Settimane Internazionali Nuova Musica che videro Palermo
all’avanguardia in Italia negli anni Sessanta. Palermo sta tornando ad essere
una della capitali europee della musica contemporanea. In Italia la precedono
solo Roma e Milano in termini di musica contemporanea effettivamente suonata
dal vivo. Si tratta di città molto più grandi di Palermo in termini di
estensione e popolazione. Roma, che è alla pare con Berlino e supera Londra e
Parigi fruisce non solo di due lunghi festival di musica contemporanea, ma
anche delle numerosissime iniziative attuate dagli istituti di cultura che
hanno sede nella Capitale.
La rassegna
è stata ampia: da Syracuse Blues di Jacob TV, ispirato ai suoni
del mercato del pesce di Siracusa, in prima esecuzione a Diacritical Marks
(Segni diacritici) di Nico Muhly, un quartetto d’archi in otto brevi movimenti,
composto scegliendo di concentrarsi sui dettagli, “un puntino su una lettera,
una minuscola rotazione dell’archetto”. All’esilarante Sweet Air
di Davide Lang, l’espressione con cui il dentista aveva presentato al figlio di
Lang il gas esilarante usato come anestetico. Non sono mancati Alvin
Curran in programma For Cornelius per pianoforte composto in memoria di
Cornelius Cardew, il compositore che, come scrive Curran, “non smise mai di
destare stupore” e Steve Reich che ha concluso la prima parte con WTC
9/11 Un quartetto rielabora le registrazioni di voci legate all’attentato
dell’11 settembre al World Trade Center di New York.
La seconda
parte dall’1 al 4 novembre, sarà un grande omaggio a Salvatore Sciarrino,
palermitano, uno dei protagonisti del panorama musicale contemporaneo
internazionale, in occasione dei suoi settant’anni. L’omaggio include la prima
rappresentazione italiana dell’opera Superflumina, cui si affiancano
altre manifestazioni: l’integrale delle sue composizioni per flauto, che
comprende anche gli ultimi brani per lo strumento scritti dal compositore,
affidata a Matteo Cesari e Manuel Zurria ed eseguita spostandosi in tutte le
sale del Teatro Massimo; una lectio magistralis di Salvatore Sciarrino,
introdotta dal musicologo Pietro Misuraca; l’esecuzione di La bocca, i
piedi, il suono per 4 sax solisti e un ensemble di 100 sax “migranti”, dai
sorprendenti effetti spaziali e sonor
Milano
Musica e il Teatro alla Scala si uniscono in un Festival dedicato a Salvatore
Sciarrino in occasione della prima assoluta della sua nuova opera Ti vedo,
ti sento, mi perdo, commissionata e prodotta dal Teatro alla Scala e
Staatsoper Unter den Linden di Berlino, in scena dal 14 novembre 2017.
Quattro
percorsi tematici guidano l’ascolto: Waiting for the wind, dedicato alle opere
per flauto e inaugurato dalla prima assoluta di Un capitolo mancante;
L’isola delle voci, con concerti vocali; Spazi inversi, con i mondi multipli
dell’elettronica a partire da Luigi Nono; Infinito nero, meditazione sul tema
dell’ombra e della notte.
I lavori di
Sciarrino – dagli anni Ottanta alle composizioni dell’ultimo periodo - si
intrecciano, in ideale dialogo, ad autori del passato: Monteverdi, Beethoven,
Schumann, Debussy, Ravel, Bartók.
Dall’integrale
dell’opera per flauto solo a quella dei quartetti per archi, ai grandi brani
sinfonici: La nuova Euridice secondo Rilke, con la Filarmonica della
Scala diretta da Tito Ceccherini e il soprano Anna Radziejewska; Morte di
Borromini con il debutto dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai al
Teatro alla Scala, Cornelius Meister e la voce recitante di Fabrizio Gifuni; Libro
notturno delle voci in prima italiana con l’Orchestra Sinfonica G. Verdi di
Milano diretta da Marco Angius e il flautista Mario Caroli.
Seguendo il
pensiero profondo di Sciarrino, che pone al centro l'ascoltatore, sono stati
scelti spazi con caratteristiche acustiche ottimali per le musiche proposte:
dall’immensità di Pirelli HangarBicocca per gli Studi per l’intonazione del
mare ai riverberi in rifrazione della Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale
con gli ‘incantesimi’ del flauto, dallo scrigno mondano del Teatro Gerolamo per
i brani cameristici alla volta celeste e buia del Planetario. Ventuno concerti
sinfonici e da camera, sei incontri e approfondimenti, sei rappresentazioni di Ti
vedo, ti sento, mi perdo al Teatro alla Scala. Sette prime esecuzioni
assolute, sei prime italiane, di cui cinque brani commissionati da Milano
Musica, tra cui due nuovi brani di Salvatore Sciarrino.
A Roma il
Festival di Nuova Consonanza, giunto alla sua 54ª edizione, accoglie e
rielabora attraverso nuove produzioni quanto di più innovativo avviene in
ambito internazionale nel campo della creatività musicale. Un festival vario e
multiforme, che si avvale della collaborazione con le principali accademie e
istituzioni della città, e che attraverso più di venti appuntamenti, ruota
senza confini di linguaggio intorno ai più interessanti compositori, musicisti,
artisti e interpreti del nostro tempo, in un ideale rapporto di intesa con
grandi opere del passato. Ad accoglierlo diversi teatri romani – Teatro
Argentina, Teatro Vittoria, Teatro Palladium, Teatro Centrale Preneste –, il
Conservatorio di Musica Santa Cecilia e il MACRO di via Nizza rinsaldando con
quest’ultimo una preziosa collaborazione avviata tre anni fa.
“Il
titolo di questa edizione del festival Trasposizioni illimitate – introduce
il presidente Lucio Gregoretti - se da un lato vuole essere un omaggio alle
teorie di Olivier Messiaen (del quale ricorrono i 25 anni dalla morte), è anche
una dichiarazione di fiducia verso l’intreccio delle diverse discipline
artistiche in funzione di un risultato sonoro complesso e inatteso. La poesia,
la narrativa, il video, i suoni della natura forniscono spesso lo spunto per un
discorso musicale che si sviluppa secondo direttrici imprevedibili. La
trasposizione in musica, da concerto o teatrale che sia, di elementi ‘altri’
assume dunque un’importanza fondamentale nel lavoro di molti dei compositori che
Nuova Consonanza presenta in questa edizione del festival”.
Grande
rilievo sarà dato alla realizzazione scenica di opere di teatro musicale, a
partire da Combattimenti con musiche di Claudio Monteverdi, Giorgio
Battistelli e quelle in prima assoluta di Claudio Ambrosini per la regia di
Cesare Scarton che inaugura il festival sabato 11 novembre al Teatro Palladium.
Progetto nato dalla collaborazione di più istituzioni, in occasione dei 450
anni della nascita di Claudio Monteverdi, padre di ogni modernità musicale, Combattimenti
muove da una delle sue pagine più note (Combattimento di Tancredi e Clorinda
del 1624), primo e riuscitissimo tentativo di tradurre in musica l’affetto
dell’ira guerresca, già così musicalmente reso nelle ottave del Tasso.
Ad essa si
associano due nuove pagine, una recente e una recentissima e nata per
l’occasione: ne è ideale “continuazione” Tancredi appresso il Combattimento (2017),
in cui Claudio Ambrosini, per la drammaturgia di Vincenzo De Vivo, “rilegge” le
ottave seguenti del Tasso. Ne riprende invece la concitazione bellica,
legandola alle sonorità della più ‘guerresca’ delle famiglie degli strumenti
musicali, Orazi e Curiazi (1996) di Giorgio Battistelli, spettacolare
“azione” per due percussionisti. Ne sono interpreti l’Ensemble In Canto e
Tetraktis Percussioni diretti da Fabio Maestri, con le voci soliste di Sabrina
Cortese, Daniele Adriani e Roberto Abbondanza. Teatro musicale è anche
l’appuntamento al Teatro Vittoria con De Rerum Natura che vede impegnato
Roberto Herlitzka nella triplice veste di voce recitante, regista e traduttore
della celebre opera di Lucrezio Caro, un ponte fra conoscenza, riflessione
filosofica, pensiero scientifico e arte poetica. Spettacolo realizzato in
coproduzione con Romaeuropa Festival e Istituzione Sinfonica Abruzzese, De
Rerum Natura vedrà dialogare Herlitzka con la musica, tutta in prima
assoluta e ispirata ai versi di Lucrezio, di quattro compositori d’oggi: Ivan
Vandor, Lamberto Macchi, Matteo D’Amico ed Enrico Marocchini, quest’ultimo anche
direttore dell’Orchestra Sinfonica Abruzzese cui è affidata l’esecuzione dei
brani.
Dans
l’esprit Messiaen è il primo
omaggio al compositore francese, ideale ispiratore di questa edizione del
Festival: al MACRO i pianisti Brunella De Socio e Riccardo Fassi interpretano
pagine più e meno note di Messiaen, composte in periodi diversi, su cui il duo
improvviserà, stimolante occasione per una riflessione sulla musica
contemporanea e sul carattere dell’improvvisazione.
Sarà il
Teatro Argentina ad accogliere Musica senza cuore azione musicale
grottesca per attore e strumenti di Fabrizio de Rossi Re, su libretto di
Francesca Angeli (anche regista), interpretata per l’occasione da David
Riondino e un ensemble di cinque musicisti. Partendo dal celeberrimo Cuore
di De Amicis, si costruisce un percorso originale e decisamente stravagante,
amplificando alcuni ingredienti della storia apparentemente secondari e
sorvolando e a volte reinventando gli episodi più noti del libro. La musica,
dal canto suo, realizzerà, in maniera poetica e grottesca allo stesso tempo, un
vero e proprio fil rouge narrativo parallelo alla lettura del libro, un
viaggio tra diversi generi musicali: dall’aria d’opera al jazz americano, dalla
canzone italiana di fine ’800 fino alla performance sperimentale.
Altra novità
del Festival è la prima assoluta di Non è un paese per Veggy,
opera-panettone in un atto, musica di Domenico Turi, drammaturgia e libretto di
Federico Capitoni in scena al Teatro Palladium per la regia di Ivano
Capocciama, con l’ensemble Imago Sonora diretto da Andrea Ceraso e un cast di
giovani e già affermate voci soliste. “Non è un paese per Veggy spara su
tutti – racconta Capitoni –. Sui vegani e sui non vegani, sui radical chic, sui
finti intellettuali, sui cafoni, sui conformisti, sulle dinamiche impure del
mondo dello spettacolo e della cultura, sicché ogni riferimento nell’opera a
fatti o persone è sì casuale, ma fino a un certo punto… Il tentativo
dell’opera-panettone (pensata cioè secondo gli stilemi linguistici dei B-movie)
è quello di sperimentare all’interno di una forma classica (l’opera) contenuti
e linguaggi attuali e volutamente volgari, non solo per quanto concerne
l’aspetto verbale, ma anche riguardo alla drammaturgia musicale.
Alle forme
classiche della lirica – l’aria, il duetto, la cavatina, il lamento e il coro
finale – si intrecciano quelle della cultura moderna più prosaica e di consumo:
il jingle, il rap, la canzone sanremese”.
Nessun commento:
Posta un commento