Appuntamento
in primavera a Monte Carlo con il Festival Printemps des Arts
L'articolo di Giuseppe Pennisi
Come
ogni anno, da più di un trentennio, la primavera porta la musica a Monte Carlo.
Questa volta il Festival Printemps des Arts (in programma dal 16 marzo
al 29 aprile 2018) sarà caratterizzato da alcuni tempi principali: brani rari
di Mozart, musica americana di Charles Ives e di Morton Feldman; il viaggio a
sorpresa per stupire; Monaco Music Forum che mescola con una vena di follia la
musica con strumenti rari a giocolieri e fanfare; i giovani talenti, bravissimi
e promettenti solisti; le chanson dei trovatori, straordinari poeti e musicisti
contesi da tutte le corti del XIII secolo; il clarinetto in tutte le sue
declinazioni; l’opera con una finestra sul surrealismo russo, “Quatre jeunes
filles” di Edison Denisov, prima monegasca e francese, in versione da concerto,
la danza con una nuova coreografia di Jean-Christophe Maillot, i Balletti di
Monte-Carlo e la musica di Bruno Mantovani.
Tante
le formazioni e gli artisti internazionali come l’Orchestre national de France,
l’Orchestre philharmonie de Monte-Carlo, l’Orchestra of the Age of
Enlightenment, il Quartetto Zemlinsky, la voci soavi e magnifiche del Coro
della Radio lettone, il direttore d’orchestra Christian Arming, il mezzosoprano
Isabelle Druet, la raffinata interprete italiana Alda Caiello e il pianista
Bertrand Chamayou.
Come
una matrioska il festival è un racconto nel racconto con diversi livelli di
ascolto. Così accanto alle tematiche principali sarà possibile apprezzare le
“Sequenze” di Luciano Berio, tra i più grandi autori del dopo guerra. Un ciclo
di 14 pezzi di funambolico virtuosismo, proposti durante tutta la durata del
festival, in cui è possibile scoprire tecniche esecutive ed espressive
inesplorate di differenti strumenti. E ancora una volta un posto di primo piano
ha la contemporaneità con “Éclair physionomique”, prima esecuzione assoluta
commissionata dal Printemps des Arts a Éric Montalbetti, compositore francese
poco conosciuto dal grande pubblico. Famose, invece, le pagine di Brahms e
Debussy che scandiranno il programma accanto ai contemporanei Morton Feldman,
Leonard Bernstein, Olivier Messiaen e Yan Maresz.
“Il
Printemps des Arts – spiega il direttore Marc Monnet – è un panorama
di differenti musiche, stili, epoche, e di diversi tipi di pubblico. Ma è anche
il risultato di un lavoro che investe sui giovani, pubblico del domani che va
formato. Penso che la responsabilità di un festival sia quella di fare
conoscere giovani artisti, repertori e autori ancora poco noti, esplorando la
musica cosiddetta “classica” per mostrare che non lo è affatto. Basta
ascoltarla attraverso nuove formule coinvolgendo interpreti che amano rischiare
e uscire da sentieri battutti”.
L’edizione
2018 conferma ancora una volta la sua vocazione ad essere una festa gioiosa e
fertile della musica e delle arti, un viaggio appassionante attraverso luoghi e
musiche che si svelano a poco a poco attraverso una ricetta che mescola
modernità e tradizione, incentrata sul piacere dell’ascolto.
Ma
il festival è anche il ciclo di tavole rotonde e convegni per accompagnare il
pubblico e guidarlo verso una corretta fruizione degli spettacoli, di concerti
decentrati in Costa Azzurra e dei concerti in appartamento a preludio del
festival, il workshop Iannix di musica elettronica dal 26 al 30 marzo, la
pubblicazione di 4 nuovi dischi per conservarne la memoria dei momenti salienti
della rassegna monegasca ed è anche sua la webradio che trasmette interviste e
concerti della programmazione 2018.
(Foto:
©JC Vinaj)
03/11/2017
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