OPERA/ "Fra' Diavolo" torna a Roma (dopo oltre un secolo)
Quello che dopo oltre un secolo torna al Teatro dell’Opera
di Roma non è Michelangelo Arcangelo Pezza, meglio noto come Fra Diavolo. di
GIUSEPPE PENNISI
11 ottobre 2017 Giuseppe
Pennisi
Nessun tema. Quello che dopo oltre un secolo torna al Teatro
dell’Opera di Roma non è Michelangelo Arcangelo Pezza, meglio noto come Fra
Diavolo. Ritenuto da alcuni un semplice brigante, Fra Diavolo e’ considerato da
altri un eroe della resistenza borbonica, nel periodo delle guerre
napoleoniche.
E’ protagonista di azioni di guerriglia contro l’esercito francese
che invade il Regno di Napoli, nel 1799. Nel 1806, Fra Diavolo viene impiccato
in Piazza Mercato a Napoli per ordine del generale francese Hugo: E’ invece il
buffo ma elegante ladrone protagonista dell’'opera di Daniel
Auber, uno dei lavori per il teatro in musica più popolari
dell’Ottocento Si tratta di un’opera comica piena di intrighi in quel di
Terracina. Ce ne state numerose versioni, Consisteva inizialmente e in diciotto
brani musicali intervallati da dialoghi in prosa.
Debuttò, con grande successo all'Opéra-Comique
di Parigi il 28 gennaio 1830, con interpreti principali,
scelti tra i migliori cantati dell’epoca: Jean-Baptiste Chollet nel ruolo di
Fra Diavolo, Geneviève-Aimée-Zoë Prévost nel ruolo di Zerlina, e Marie-Julienne
Boulanger in quello di Lady Pamela. Fra Diavolo rimase in repertorio
all'Opéra-Comique, con ben 909 rappresentazioni complessive fino al 1907, e
riprese in quasi tutte le stagioni. Secondo le regole dell'opéra-comique,
l'azione procede nelle scene recitate mentre la musica interviene nei momenti
statici. Circa la qualità della partitura, si riporta il
giudizio di René Leibowitz: "È una partitura non
priva di pregi: vi si nota una disinvolta eleganza, una naturalezza di discorso
che lasciano talvolta intravedere accenti rossiniani, ma che nell'insieme presentano
una autentica originalità. La scrittura vocale, che assai raramente fa un cauto
uso del bel canto, è forse l'elemento più personale di
questa suggestiva composizione". L’opera è stata tradotta in tedesco (in
quell’occasione le parti dialogate vennero trasformate in recitativi
accompagnati), in inglese ed in italiano.
La versione presentata all’Opera di Roma si basa su una traduzione
in francese della versione italiana ‘di riferimento’ (con i recitativi
accompagnati). Il libretto è una serie di intrighi sulle ruberie programmate
dal ladrone (e da suoi buffi e poco competenti aiutanti) ai danni di una coppia
di ricchi inglese. Si intreccia con la vicenda della figlia del titolare
dell’albergo, dove sono scesi gli inglesi, che il padre vuole dare in moglie ad
un ricco proprietario terriero, mentre lei è innamorata di uno spiantato
carabiniere che la ricambia. L’azione è trasportata agli anni cinquanta –
sessanta. Giorgio Barberio Corsetti, le scene di Massimo Troncanetti, i costumi
di Francesco Esposito e specialmente i video di Igor Renzetti, Alessandra
Solimene, Lorenzo Bruno ci portano nel mondo dei fumetti di quegli anni, anche
grazie ad un nuovo metodo a 3D. La parte costruita delle scene è pure su carte
3D derivate dal mais.
Quindi, al teatro boulevardier si dà un tocco surreale. Un
giovane direttore britannico, Rory Macdonald, ha dato tempi veloci.
L’orchestra, il coro ed il corpo di ballo lo hanno assecondato molto bene. Il
cast è composto da cantanti – attori molto bravi. A mio avviso, i due giovani
(Anna Maria Sarra e Giorgio Misseri)sono stati eccellenti. John Osborn, Roberto
De Candia e Sonia Ganassi (un po' sottotono l’8 Ottobre) sono professionisti di
grande esperienza in questo genere di opera comica.
Il pubblico si è divertito ha riso ed ha applaudito a scena aperta
ed al calar del sipario.
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