ROF 2017/ "La pietra di paragone",
Rossini si ispira al reality show ed è un successo
La seconda
opera che il Rossini Opera Festival presenta in questo programma 2017 è
"La pietra del paragone". A lungo non ripetuta, è stata un successo.
GIUSEPPE PENNISI
13 AGOSTO 2017 GIUSEPPE PENNISI
Una scena dell'opera (Studio Amati Bacciardi)
La
seconda opera (delle tre) che il Rossini Opera Festival (Rof) presenta in
questo programma 2017 è La pietra del paragone(1812), prima lavoro
del genere erotico di Gioachino Rossini, allora ventenne e legato a Maria
Marcolini, nota divoratrice di impresari e compositori.
Dopo
un lungo oblio, è tornata sulle scene solo nel 1952. Al Rof si era già vista,
una sola volta nel 2002, in un allestimento che piacque. Qualche anno dopo è
stata l'opera inaugurale di una stagione del Teatro Regio di Parma, in
co-produzione con il Théâtre du Châtelet di Parigi. Le due versioni (quella del
Rof e quella del Regio-Châtelet) hanno viaggiato in Italia ed Europa in questi
ultimi anni e ci sono stati allestimenti anche negli Usa. Ciò vuol dire che il
lavoro ha qualcosa da dire anche ai nostri giorni. Per Rossini, allora appena
ventenne, La pietra del paragone fu il primo successo
scaligero, che lo lancio nei maggiori teatri di Napoli, Roma e Venezia.
L'opera
venne chiamata "melodramma giocoso in due atti" dal suo librettista
Luigi Romanelli. In effetti, è quella che oggi verrebbe chiamata "una
commedia per adulti". Si articola su una doppia seduzione utilizzando lo
stesso stratagemma (travestimento): nella prima parte, lui seduce lei; nella
seconda, dopo un malinteso, lei seduce lui. Il contorno è un mondo benestante
che attornia un miliardario di mezza età refrattario al matrimonio: giornalisti
arrivisti, poetucoli arroganti, alta borghesia, sicofanti e parassiti, nonché
altre coppie che si seducono e tradiscono a vicenda. Al posto dell'ormai
stantio teatro nel teatro, la regia immagina un reality show: una grande villa
dove i giochi sentimentali dei protagonisti avvengono sotto gli l'occhi di
tutti. Pier Luigi Pizzi ha trasportato la vicenda nel primo scorcio degli Anni
Sessanta, l'epoca di film quali Come sposare un milionario e Alta
società. Una villa elegante con piscina dal sapore nouveau riche, ragazze
in bikini, giovanotti in costume da bagno, anche tuffi tra un'aria e l'altra.
Grande attenzione ai dettagli; sembra che Pizzi abbia utilizzato mobilio di
casa propria per arricchire l'attrezzeria del Rof.
Nella
versione Regio-Châtelet, la regia di Giorgio Barberio Corsetti aggiungeva varie
telecamere che proiettavano l'intreccio su sei giganti schermi televisivi. Si
trattava di relazioni tra trentacinquenni ad alto reddito; quindi, siamo più
vicini all'Isola dei Famosi che al Grande
Fratello. La fantasia dei registi e le numerose trovate evitano che dopo la
prima mezz'ora (delle tre ore e mezzo, intervallo compreso) ci si stanchi. Il
pubblico ride e visibilmente si diverte. Lo spettacolo di Pizzi (riallestito
con cura rispetto all'edizione 2002) è piccante e pieno di eros che impasta
musica e voci.
Daniele
Rustioni guida con brio l'orchestra Rai e Giovanni Farina il coro del Teatro
Ventidio Basso di Ascoli Piceno. Ottima la compagnia di cantanti attori. A
volti e voci notissime (quali Gianluca Margheri, Paolo Bordogna, Maxim Miranov)
se ne affiancano meno note provenienti in gran misura dalla pesarese Accademia
Rossiniana (Aurora Faggioli, Marina Monzò). La vera rivelazione è
stata Aya Wakizono, giovane mezzo-soprano dalla voce vellutata, bella,
attraente, con un fraseggio perfetto ed una coloratura seducente, che farà
molto parlare di sé nei prossimi anni.
Grandi
risate, numerosi applausi a scena aperta. Ovazioni per Pier Luigi Pizzi il
quale a 87 anni ha raggiunto il palcoscenico saltellando.
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