SI È
CONCLUSA OGGI L’EDIZIONE 2017 CHE HA CONFERMATO L’OTTIMA SALUTE DEL FESTIVAL
AUSTRIACO
A Salisburgo
anche i conti sono uno spettacolo
GIUSEPPE
PENNISI
Sta
terminando la stagione dei festival musicali estivi. In Italia se ne contano 35
solo di lirica ma molti altro non solo che “carri di Tespi” viaggianti in
località vacanziere con orchestre improvvisate e cast “low cost” per lo più
composti da artisti orientali. È il momento di consuntivi o almeno di
preconsuntivi. Nel Belpaese, molte iniziative chiudono con disavanzi più o meno
forti. Ancora non si hanno i dati sull’Arena di Verona, un festival che con una
capienza di 15.000 spettatori a spettacolo ed un contesto davvero unico al
mondo, dovrebbe – come ripete da anni Franco Zeffirelli - reggersi sulle
proprie gambe e anche finanziare la stagione invernale ( principalmente
concertistica) del Teatro Filarmonico della città estense: ma un anno fa aveva
accumulato 30 milioni di debiti. Vanno bene i festival di Pesaro ( Rof Rossini
Opera Festival) con pubblico ( 70% straniero) e incassi in ascesa ed il
Festival di Ravenna. Il Festival pucciniano ha ancora il potenziale tarpato dal
forte mutuo contratto per la costruzio- ne del teatro in muratura.
Anche i
festival italiani che vanno meglio, sono una piccola cosa rispetto al festival
estivo di Salisburgo, terminato oggi, e il cui consuntivo sarà disponibile tra
breve. In sei settimane, e con un contributo pubblico complessivo di 12,8
milioni ed un bilancio complessivo di circa 60 milioni di euro, ha macinato
utili per 29,9 milioni ( al lordo delle tasse e delle imposte), ha avuto oltre
260.000 spettatori paganti ( a fronte di oltre mezzo milione di richieste di
biglietti), provenienti da 79 nazioni ( di cui 40 extra- europee): i prezzi dei
biglietti variano tra i 450 e i 15 euro a posto ( oltre la metà al di sotto dei
cento euro). Sono state effettuate 195 rappresentazioni in 15 differenti luoghi
di spettacolo. Quali sono le determinanti che spiegano la differenza tra il
contributo pubblico e l’utile del Festival ( di cui una parte è stata devoluta
a un fondazione che cura i bambini del Medio Oriente)? Non solo la
biglietteria. Il prestigio della manifestazione attira sponsor pluriennali (
Nestlé, Siemens, Audi, Rolex, Swarovsky, Roche, Uniqa, l’Occitain, Bank of
America, Merill Lynch, Hangtang Culture, Novatek, Solvay, Leica e molti altri,
oltre all’Associazione dei 6000 “amici del festival”, che hanno priorità
nell’acquisto di biglietti, di tutto il mondo). Alcuni sponsor ( ad esempio,
Uniqa e l’Occitain) finalizzano il contributo a obiettivi come biglietti a
basso costo per i giovani.
Altra fonte
di proventi sono non solo le co- produzioni ( per due anni uno spettacolo può
essere ripreso unicamente nei teatri che lo hanno coprodotto), ma anche la
vendita di spettacoli ad altri teatri, nonché di diritti radiofonici e
televisivi, e una linea di produzione in esclusiva di dischi e Dvd: Occorre
ricordare che il Festival estivo di Salisburgo non è l’unica manifestazione
musicale nella città austriaca ai piedi delle alpi bavaresi. L’anno inizia con
un festival mozartiano di due settimane a gennaio- febbraio gestito dalla
Fondazione Mozarteum ( un centro di ricerca e di alta formazione), segue poi il
Festival di Pasqua ( da alcuni anni organizzato dall’Opera di Dresda) e a ruota
il Festival di Pentecoste, un anticipo del Festival estivo con cui condivide
l’organizzazione, anche se è diretto dal mezzo soprano italiano Cecilia
Bartoli. I Festival e l’informatica sono le industrie principali di un Land, il
cui tasso di crescita supera la media austriaca, da dieci anni in misura
significativa.
Se dalla
analisi dei dati strettamente finanziari si va a quelli economici, che
rispecchiano le ricadute sull’economia reale, è utile leggere gli studi fatti
dalla locale Camera di Commercio, dalla Università di St Gallen e della società
di ricerche economiche Joanneum Research. In primo luogo, il metodo. Lo studio
della Univesità di St. Gallen e di Joanneum Research utilizzano un modello di
equilibrio economico generale applicato al Land per stimare gli effetti
economici, utilizzando le tavole regionali input- output appena pubblicate dal
Gaw Innsbruck ( Gesellschaft für Angewandte Wirtschaftsforschung- Società di
Ricerca Economica Applicata); il modello viene successivamente ampliato
all’intera Repubblica Federale Austriaca. Lo studio della Camera di Commercio
è, invece, costruito su un questionario distribuito sia agli esercenti sia a
coloro giunti a Salisburgo principalmente per il Festival.
Due approcci
differenti che portano, però, a conclusioni convergenti: in estrema sintesi, il
festival crea 183 milioni di euro di valore aggiunto, 2.800 posti di lavoro (
equivalenti su base annua) e 77 milioni di gettito fiscale e para- tributario.
Vediamo
alcuni aspetti specifici. Se il Festival “frutta” 183 milioni di euro al Land
di Salisburgo, i suoi effetti sull’intera Austria toccano i 215 milioni di euro
perché il Land, grazie al Festival, è uno dei maggiori motori di sviluppo
economico per la Repubblica Federale Austriaca Lo studio analizza, utilizzando
tecniche econometriche, gli effetti di reddito su settori specifici, gettito
tributario e paratributario e contributo sociali. Gli effetti occupazionali per
l’intera Austria sono di 3400 posti di lavoro equivalenti su base annua perché anche
in questo caso la manifestazione fa da traino ad attività correlate nel resto
della Repubblica.
A questi
effetti, quantizzati nell’analisi, se ne aggiungono altri “intangibili” di
difficile misurazione quali quelli sull’immagine, sull’istruzione e sul sistema
ad alta tecnologia sviluppatosi accanto al Festival. Il lavoro della Camera di
Commercio mette in rilievo come nel periodo del festival, i turisti soggiornano
più a lungo ( mediamente sei giorni, invece di poco più un giorno e mezzo),
spendono 319 euro a testa, in aggiunta ai biglietti per gli spettacoli, e hanno
un alto grado di fidelizzazione: l’ 80% è venuto al Festival almeno sei volte,
il 47% almeno venti volte. Il 95% degli intervistati ha detto che è venuto a
Salisburgo per il Festival non per visitare la città.
Nelle sei
settimane del Festival estivo il fatturato di Salisburgo aumenta di 129 milioni
di euro, di cui 77 milioni per hotel e ristoranti, 26 milioni per acquisti
commerciali ed il resto per visite a mostre e musei, mobilità, servizi
personali ed altri comparti. Se aggiungono le vendite di biglietti e di
spettacoli, il fatturato addizionale raggiunge 141 milioni al netto di Iva.
Questi dati
devono indurre a riflettere. Tra i Festival italiani, unicamente il Rossini
Opera Festival produce regolarmente analisi del genere. Lo hanno fatto, con
meno regolarità, il Puccini Festival ed il Ravenna Festival. Non si ha contezza
di studi sugli effetti del Festival di Spoleto. Sarebbe utile che diventassero
strumento standard anche per meglio modulare l’intervento pubblico.
ALCUNE FOTO
DI SCENA DELL’EDIZIONE 2017 “AIDA” MONIKA RITTERSHAUS ACCANTO AL TITOLO “LEAR”
THOMAS AURIN IN BASSO “LADY MACBETH VON MZENSK” THOMAS AURIN
IN ITALIA
VANNO BENE IL “ROSSINI OPERA FESTIVAL” DI PESARO E QUELLO DI RAVENNA.
L’ARENA DI
VERONA LO SCORSO ANNO CHIUSE CON 30 MILIONI DI DEBITI
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