DDL CONCORRENZA/ I vantaggi e
le imperfezioni della nuova legge
Dopo un
lungo iter parlamentare, il ddl concorrenza è stato approvato. Secondo GIUSEPPE
PENNISI la legge, pur essendo positiva, presenta alcune imperfezioni
04 agosto
2017 Giuseppe Pennisi
Lapresse
Numerosi
commentatori hanno parafrasato il titolo di prima pagina de
"l'Avanti!" il giorno in cui venne insediato il primo governo di
centrosinistra nel lontano 1963. Il titolo originale, a tutta pagina, era
"Da oggi ognuno è più libero". La legge sulla concorrenza
2017, in effetti, semplifica le procedure e aumenta la concorrenza in un vasto
numeri di settori: assicurazioni, fondi pensione, comunicazioni, poste,
energia, ambiente, banche, avvocati, ingegneri, odontoiatri, farmacie, turismo
e trasporti. In gran parte dei casi, le nuove regole comportano maggiore
trasparenza e maggiore competitività tra i soggetti coinvolti. Quando i
numerosi atti attuativi saranno esecutivi, l'economia italiana sarà più libera
e sarà più agevole Doing Business in Italy. Se la legge e la normativa
attuativa fossero stati in vigore quando tre anni fa è stata presentata, la
ripresa sarebbe stata più facile. Le stime econometriche variano, ma secondo
alcuni modelli, la maggior concorrenza potrebbe portare un tasso aggiuntivo di
aumento del Pil dello 0,5%-1,5% rispetto a quello considerato
"naturale".
In breve,
nel campo delle assicurazioni, la nuova normativa ha l'obiettivo di promuovere
la concorrenza attraverso tre direttrici: contrastare le frodi, limitando così
i fenomeni di selezione avversa soprattutto nelle aree del Paese a più elevata
sinistrosità; ridurre i costi e garantire certezza sull'entità dei
risarcimenti, anche per conseguire uniformità sui livelli dei risarcimenti
sull'intero territorio nazionale; promuovere la trasparenza e favorire la
mobilità della clientela. Nel cercare di raggiungere questi obiettivi, però, ci
sono casi in cui viene introdotta una disparità di trattamento tra le parti, a
favore delle compagnie: non è questo un limite nuovo e aggiuntivo alla concorrenza?
In materia
di fondi pensioni la legge facilita l'anticipo delle prestazioni di previdenza
complementare. In materia di comunicazioni, rende più trasparente e più
semplice cambiare gestori. In materia di poste e di energia lo scopo specifico
è liberalizzare i mercati. In materia di ambiente, si insiste sulla trasparenza
delle sovvenzioni, contributi e vantaggi economici ricevuti da associazioni
consumatori, Onlus, fondazioni. Molto vasto il capitolo sulle banche diretto a
rendere più trasparenti le offerte ai risparmiatori e il contenimento di costi
(specialmente di assistenza telefonica).
Nelle
professioni forensi, si eliminano vincoli alla concorrenza tra professionisti e
si incoraggia l'innovazione tecnologica. Si prevede anche l'ingresso di soci di
capitale negli studi legali e nelle farmacie, nonché per ingegneri e
odontoiatri, il turismo e i trasporti locali. Una vera rivoluzione che tuttavia
comporta il rischio che l'azienda non venga gestita da professionisti del ramo,
con implicazioni che rischiano seriamente di essere negative per la clientela e
la società civile.
Ma
soprattutto la legge resta imperfetta perché non affronta il problema del
settore chiave: le telecomunicazioni, dove Telecom ha il monopolio della rete.
Il nodo dell'ultimo miglio paralizza l'Italia: da due settimane nella sola Roma
alcune migliaia di utenze non possono utilizzare internet e i loro provider
affermano che la causa principale è in guasti nella cabine Telecom. Qui un po'
di concorrenza è necessaria più che un altri campi.
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