lunedì 28 agosto 2017

AL TEATRO PERGOLESI DI JESI “IL COLORE DEL SOLE” TRATTO DA UN ROMANZO DI ANDREA CAMILLERI in Il Dubbio del 29 agosto



AL TEATRO PERGOLESI DI JESI “IL COLORE DEL SOLE” TRATTO DA UN ROMANZO DI ANDREA CAMILLERI
Non mancano opere liriche, specialmente concepite nei primi decenni del Novecento, basate su vertenze giudiziarie. Esempi, tra i più noti, ne sono Fedora di Umberto Giordano e Il Caso Makropoulos di Leóš Janácek, Di solito sono imperniati su tematiche giudiziarie di diritto penale. A delitti e castighi si ispira, poi, gran parte del melodramma ( specialmente quello verdiano).
È, quindi, forse la prima volta che va in scena, l’ 8 settembre, al Teatro Pergolesi di Jesi, un dramma musicale imperniato sul diritto civile: il falso nel prodotto dell’ingegno, ma un “falso d’autore” che quindi può essere tanto ben mascherato da confondere esperti e periti.
L’opera, che debutta nell’ambito del Festival- Pergolesi Spontini ed è coprodotta con il Teatro Luciano Pavarotti di Modena ( avrà una tournée in Emilia- Romagna nei prossimi mesi) è Il Colore del Sole con la musica di Lucio Gregoretti. È tratta dall’omonimo romanzo di Andrea Camilleri di una decina di anni orsono. Non è la prima vola che lavori di Camilleri diventano argomenti per opere liriche. Nel 2003, ne è stato presentato alla settimana chigiana di Siena un dittico composto da due suoi lavori messi in musica da Marco Betta: Il Mistero del Finto Cantante e Che Fine ha Fatto la Piccola Irene? . Si sono visti anche a Roma ed a Genova. Nessuno dei due però appartiene al genere giudiziario. Il primo è un’opera comica; il secondo un dramma psicoanalitico.
Il Colore del Sole è invece un thriller ma civilista. Lo dice già la vicenda del romanzo pubblicato una decina di anni fa. La anticipiamo nei punti essenziali. Tutto nasce da un viaggio da Roma a Siracusa, dove Camilleri mancava da molti anni. L’obiettivo specifico era assistere a una rappresentazione nell’antico teatro greco. Lo spettacolo non è stato molto soddisfacente anche perché Camilleri vi ha dovuto assistere strizzato da uno spettatore di ampie proporzioni seduto sul gradino accanto: un vicino poco gradevole, vestito alla buona e che puzzava di pesce.
Tornato in albergo per cambiarsi d’abito per recarsi a cena a casa di amici «... grande fu la mia meraviglia quando, nel trasferire gli oggetti personali da un vestito all’altro, si accorsi di avere dentro alla tasca sinistra della giacca indossata per andare al teatro un biglietto che non ricordavo d’averci messo». Da questo momento il racconto assume le tinte del giallo: Camilleri, ormai protagonista del racconto, per vie tortuose viene in possesso del diario autografo del Caravaggio scritto durante il soggiorno del pittore nell’estate del 1607 a Malta ed in Sicilia.
Dalla trascrizione di Camilleri medesimo del diario, scritto in una lingua secentesca, al tempo stesso incolta ed involuta, risalta l’ossessione dell’artista per il “sole nero” che caratterizza e illumina la travagliata vita di Caravaggio e la sua arte.
Quello di Camilleri è un romanzo “nero”, fitto di ombre e di mistero, sul periodo trascorso dall’artista a Malta e in Sicilia. La scrittura di Camilleri questa volta asseconda tanto le cadenze dell’italiano seicentesco quanto la psicologia torturata dell’artista creando un effetto di enorme suggestione e impatto emotivo. Ma ed è - questo il nodo del lavoro- è un diario vero od apocrifo, curato in modo tale da essere un ‘ falso d’autore’ e confondere anche il nostro maggior “giallista”? E comunque chi lo ha messo nella tasca del vestito nel nostro protagonista? E perché? Non diamo le risposte per non privare il pubblico della sorpresa: Maestro concertatore è Gabriele Bonolis sul podio dell’Ensemble Roma Sinfonietta; regia, scene, drammaturgia video sono di Cristian Taraborrelli, costumi di Angela Buscemi, video di Fabio Massimo Iaquone, light designer Alessandro Carletti. Il nuovo allestimento della Fondazione Pergolesi Spontini è realizzato, oltre che in coproduzione con il Teatro Comunale Luciano Pavarotti di Modena, in collaborazione con Roma Sinfonietta e Accademia d’Arte Lirica di Osimo. Nel cast, figurano l’attore Massimo Odierna, ed un gruppo di giovani cantanti: Cristina Neri, Anastasia Pirogova, Daniele Adriani, Renzo Ran, Claudia Nicole Calabrese, Natsuko Kita, Jaime Canto Navarro, Carlo Feola.
Come si è detto, l’argomento dell’opera si inquadra a pennello nella XVII edizione del Festival Pergolesi Spontini dedicata al “Falso d’Autore”. La manifestazione, che si svolge in teatri, piazze e luoghi d’arte di Jesi, Maiolati Spontini Ancona, Apiro, Loreto, Monsano, Serra De’ Conti, Ostra. E’ un lungo viaggio alla scoperta di false attribuzioni, travestimenti, parodie, biografie immaginarie di grandi artisti, partendo proprio da Giovanni Battista Pergolesi, morto ventiseienne, dopo pochi, geniali anni di febbrile attività, ed immediatamente oggetto d’interesse e di mistificazione da parte dell’Europa musicale. Oltre ai falsi pergolesiani, il Festival offre la riscrittura dello Stabat Mater operata da Jo- hann Sebastian Bach, e falsi d’autore dal Settecento ( Vivaldi e Albinoni) al Novecento. Cinque sono le direttrici lungo le quali la programmazione del Festival si muove ( Contaminazioni / Mutamenti / Biografie immaginarie / Travestimenti / Falsi da Leggere), alla scoperta di capolavori inediti, nelle revisioni critiche della Fondazione Pergolesi Spontini.
Il Festival propone appuntamenti musicali su tre binari: “Biografie immaginarie” di uomini illustri; “Travestimenti” di musiche e testi che variano di genere - dal sacro al profano o passano da un autore all’altro, in un gioco di appropriazioni o di false attribuzioni; “Falsi da leggere” testi di illustri o anonimi falsari, costruiti ad arte per condizionare l’opinione pubblica o per ingannare il mondo letterario, che hanno trovato eco nell’ispirazione di musicisti importanti.
Non manca la lettura dei Protocolli dei savi di Sion, alternata a musiche della tradizione klezmer affidate al Quartetto K. Il testo, pubblicato in Russia all’inizio del Novecento per fomentare l’odio contro gli ebrei, e divenuto strumento della propaganda nazista, sarà recitato da Edoardo Coen e Marco Celli, nella mise en espace di Giovanni Sinopoli.
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LO SPETTACOLO È UN DRAMMA MUSICALE SCRITTO DAL MAESTRO LUCIO GREGORETTI IMPERNIATO SULLA TEMATICA DEL FALSO NEL PRODOTTO DELL’INGEGNO

Copyright (c)2017 Il Dubbio, Edition 29/8/2017

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