OPERA/ La "Bella
Addormentata" torna a sedurre
Pubblicazione:
martedì 7 febbraio 2017
Foto di Priamo Tolu
Agli
italiani – si dice- non piacciono le favole. Soprattutto a teatro e nel
teatro in musica. I maligni dicono che sono costretti a sorbirne tante da
quando c’era l’EIAR ( ed ora da quando c’è la RAI) che non possono davvero più.
In effetti sino al settecento, gli italiani erano appassionati di favole; si
pensi dalle ‘novelle’ dal Boccaccio in poi o nel teatro sino a quando la
commedia borghese di Goldoni prevalse su Gozzi. E’ l’ottocento ‘il secolo senza
favole’. Il nostro romanticismo, a differenza di quelli di altri Paesi europei
fu caratterizzato dal melodramma. Si pensi alla differenza rispetto a quello
tedesco, in cui , come da noi, il teatro in musica divenne parte del movimento
di unita nazionale. Mentre i Germania, i compositori (lo stesso Wagner, per non
parlare di Marschner e a Weber) si ispiravano a antiche leggende e
favole.
Come ho
avuto modo di illustrare in un saggio pubblicato su La Nuova Antologia del
settembre 2016, la favole tornarono sulla scena, soprattutto del teatro in
musica, negli anni venti e trenta, quando i musicisti si allontanarono dal
melodramma verdiano,dal verismo ed erano alla ricerca di nuovi percorsi.
Respighi fu tra i più grandi del gruppo; delle 21 opere per la scena (opera e
balletto) ben otto sono ‘favole in musica’.
Il Teatro
Lirico di Cagliari sta facendo un egregio lavoro nel riscoprirle. L’anno
scorsola stagione 2016 venne inaugurata da La Campana Sommersa di
Respighi. Il successo fu tale che la produzione cagliaritana sarà in
scena alla New York City Opera in marzo e non sono escluse altre tappe negli
Stati Uniti ed in Germania. Quest’anno, il 3 febbraio, è stata aperta la
stagione 2017 con una prelibatezza: “La bella addormentata nel bosco”.
Composta per una compagnia di marionette allora notissima in Italia e nel mondo
(‘I Piccoli di Podrecca) ed andata in scena nel 1922 al Teatro Odescalchi (la
‘casa’ de ‘I Piccoli) , con un leggero organico orchestrale e grandi voci in
buca per interpretare oltre venti personaggi) venne portata da ‘I Piccoli’ in
giro per il mondo.
Respighi e
sua moglie Elsa restarono molto affezionati a “La bella addormentata nel
bosco”. Una seconda versione andò in scena a Torino nel 1934, due anni
prima della morte del compositore. Una terza, ampliata e molto modificata da
Elsa Respighi, venne eseguita nel 1967 in forma di concerto dalla RAI. A
Cagliari, è stata prentata la versione del 1934. Con la regia di Leo Muscato –
ed il team di consueti collaboratori (Giada Abiendi per le sene , Vera
Pierantoni Giua per i costumi, Alessandro Verazzi per le luci . Luigia
Frattaroli per le coreografie.
La
direzione musicale è affidata alla bacchetta di Donato Renzetti, Maestro del
coro è Gaetano Mastroiaco. Sono in scena ben 20 personaggi (alcun affidati allo
stesso interprete), oltre a cori, ballerini e mimi. I sei quadri scorrono
speditamente
Il
libretto segue la favola di Perrault ma ha un differente finale :la
bella dorme circa trecento anni. Un gruppo di ricchi
americani, guidati da Mister Dollaro giunge nel bosco , un
tempo fiorente, per un pic-nic; un bel giovanotto in flirt con una miliardaria
entra nel castello ormai cadente e pieno di ragnatele, vede la fanciulla e la
risveglia con un tenero bacio mentre la partitura scivola in un fox
trot in cui partecipano gli americani anni trenta e tutta la corte
settecentesca , tutti risvegliati (fate, streghe . maghi , gnomi ed uccelli
compresi).
La partitura
è una delicata parodia degli stilemi operistici allora in voga, dal melodramma
al verismo con omaggi a Wagner, Massenet, Debussy. Strauss. Muscato e Renzetti
hanno costruito uno spettacolo affascinante. Cantanti attori giovani e
spigliati. Ha meritato ovazioni Shoushik Barsoumian (la fata azzura, un soprano
di coloratura , vera protagonista dell’opera), Vincenzo Taormina (Il
Re) un buon baritono - basso, e Antonio Gadindìa un promettente
tenore con un ottimo registro di centro ed un volume in crescita.
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