Cagliari risveglia la
“Bella addormentata”
“Bella addormentata”
di Giuseppe
Pennisi
07 febbraio
2017CULTURA
Con la
recensione de “La bella addormentata nel bosco” di Ottorino Respighi, andata in
scena venerdì scorso al Teatro Lirico di Cagliari, parte oggi “Note su Note”,
la nuova rubrica dedicata alla lirica curata da Giuseppe Pennisi.
Note su Note
Con i conti
in ordine, una gestione oculata, accordi di collaborazione con alcuni dei maggiori
teatri e festival americani e ben nove turni di abbonamenti, il Teatro Lirico
di Cagliari ha ripreso la prassi d’inaugurare la stagione con opere nuove o
dimenticate. La stagione 2016 venne inaugurata da una delle opere di Ottorino
Respighi assente dai palcoscenici italiani da decenni: “La campana sommersa”,
la cui produzione sarà in marzo alla New York City Opera, nella Grande Mela. Lo
scorso 3 febbraio, la stagione 2017 è stata inaugurata con la riscoperta di un
altro lavoro di Respighi, “La bella addormentata nel bosco”, che
non si ascolta dal 1967, quando una versione fortemente rimaneggiata venne
eseguita, in forma di concerto, a Torino. Respighi amava moltissimo
quest’opera.
Nell’allestimento
di Cagliari (che merita davvero di essere ripreso da altri teatri italiani e
stranieri, la regia è affidata a Leo Muscato, le scene a Giada Abiendi, i
costumi a Vera Pierantoni Giua, le luci ad Alessandro Verazzi e le coreografie
a Luigia Frattaroli. La direzione musicale è affidata alla bacchetta di Donato
Renzetti, Maestro del coro è Gaetano Mastroiaco. In un’ora e mezzo sono in
scena ben 16 personaggi (alcun affidati allo stesso interprete), oltre a cori,
ballerini e mimi.
I sei quadri scorrono
velocemente. È anche un lavoro particolare: un’opera fiabesca, genere, tranne
poche eccezioni sparito in Italia a fine Ottocento con l’avvento del melodramma
e ripreso alcune volte nella prima metà del Novecento. È stato composto
per una compagnia di marionette allora molto famosa in Italia e all’estero: i
“Piccoli di Podrecca”. Venne rappresentato nella sede dei “Piccoli”, il teatro
Odescalchi a Roma, nel 1922. Il successo fu enorme e con i “Piccoli”, “La
bella addormentata nel bosco”, fece il giro del mondo. Dieci anni dopo,
Respighi approntò una nuova versione che venne messa in scena dopo la morte
dell’autore a Torino. In questa versione, il libretto resta sostanzialmente
identico, ma l’organico orchestrale è più ampio. È quella in scena a Cagliari.
Una terza versione venne completata dalla vedova del compositore Elsa Respighi,
ed eseguita in versione di concerto alla Rai nel 1967.
Il libretto segue la favola di
Charles Perrault ma ha un finale a sorpresa: non siamo più nel Settecento,
ma nel Novecento. La Bella dorme ancora. Un gruppo di ricchi americani
giunge nel bosco per un pic-nic; il bel giovanotto, oggetto delle attenzioni di
una miliardaria, risveglia la fanciulla con un tenero bacio mentre la partitura
scivola in un fox trot. La scrittura musicale e vocale è una delicata parodia
degli stilemi operistici allora in voga, dal melodramma al verismo con omaggi a
Wagner, Massenet, Debussy, Strauss.
Muscato e
Renzetti hanno lavorato insieme per mettere in scena uno spettacolo
affascinante: con una scena sostanzialmente unica ed un gioco acuto di
proiezioni creano con cura i vari ambienti, nonché un delizioso caleidoscopio
di colori. Cantanti attori giovani e spigliati. Ha meritato ovazioni Shoushik
Barsoumian (la fata azzura, un soprano di coloratura, vera protagonista
dell’opera), Vincenzo Taormina (Il Re) un buon baritono-basso, e Antonio
Gadindìa, un promettente tenore con un ottimo registro di centro ed un volume
in crescita. Pubblico entusiasta.
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